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Conto bloccato per le rate del mutuo: un illecito che può anche diventare reato
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Articolo di Anna D'Antuono
29 marzo 2020 18:15
 
 Una cattiva, e indebita, prassi di taluni direttori di agenzia bancaria è quella di bloccare la disponibilità in conto per un ammontare pari a quello delle rate di mutui e prestiti che scadranno di lì a qualche settimana. Quello dei "blocchi dare" dei rapporti su cui si appoggiano le rate è un comportamento purtroppo diffuso nonostante la sua illiceità sotto più di un aspetto. Prima di tutto, la data di addebito effettivo della rata deve essere quella prevista dal contratto di mutuo, e nessun contratto può imporre che la somma debba essere presente sul conto in anticipo rispetto a tale data. Il cliente-debitore, infatti, è libero anche di versare contanti il giorno stesso.

Alla stessa maniera è irregolare, altro caso frequente, quando il conto viene bloccato a seguito di un mancato addebito della rata a causa della mancanza o insufficienza dei fondi. A quel punto, in molte agenzie il conto viene apposto il "blocco dare" in maniera da potersi appropriare delle somme in arrivo, in genere lo stipendio successivo. Non mancano le armi a disposizione dei clienti. La prima è quello dell'esposto alla Banca d'Italia, la cui presentazione, a differenza di ciò che in molti pensano, è agevole. E' sufficiente infatti indicare in modo chiaro e sintetico il comportamento scorretto e, come ovvio, l'istituto bancario verso cui l'esposto è rivolto.

L'esposto si può presentare mediante consegna a mano, posta, ordinaria, fax, email, pec oppure email ordinaria con firma digitale. Destinataria può essere qualsiasi Filiale della Banca d'Italia, ma è meglio rivolgersi a quella di competenza del territorio dove l'intermediario ha la direzione generale. Esito dell'esposto è spesso la cessazione del comportamento scorretto da parte dell'agenzia, e se le segnalazioni sono numerose si può anche arrivare a delle sanzioni. Suggeriamo la strada dell'esposto alla Banca d'Italia perché la cattiva abitudine dei “blocchi dare” sta sempre più prendendo piede, ed andrebbe severamente censurata, nonché sanzionata, dalla Vigilanza. Per questo motivo i clienti non devono spaventarsi o lasciare correre, perché tante segnalazioni vogliono dire che il comportamento scorretto è pratica comune e non iniziativa di alcuni.

Nei casi più gravi si può addirittura prendere in considerazione una denuncia che può far emergere i reati di appropriazione indebita e di usura, dato che i recenti orientamenti della Cassazione in materia considerano valevole lo stato di difficoltà anche solo temporanea del debitore e non, come avveniva tempo addietro, il vero e proprio stato di bisogno. E l'articolo 644 del Codice Penale prevede, tra gli altri, che sono usurai i compensi e gli altri vantaggi comunque sproporzionati.
 
 
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