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Euro digitale. Ok, ma non deve  costare di più….
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5 luglio 2023 12:52
 

All’orizzonte comincia a prender corpo l’euro digitale che  dovrebbe affiancarsi alle altre forme di pagamento con, in più, prevenire meglio il riciclaggio. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco lo ha così descritto durante un’assemblea dell’Abi (Associazione bancaria italiana):  "un progetto importante non solo per promuovere la concorrenza e l'innovazione nel sistema dei pagamenti europeo con minori costi per gli utenti, ma anche per preservare l'autonomia strategica e la sovranità monetaria dell'area".

L’idea, come tutte quelle che collegano monete e risparmi alla tecnologia è invitante.

Mentre comprendiamo il governatore Visco quando parla di incentivi per favorirne l’uso, ci viene il dubbio se pensiamo a tutte le innovazioni tecnologiche che sono state adottate in questo ambito, e non solo. 
La caratteristica dominante, per esempio con l’uso di PagoPa e CBill, è che i servizi hanno un costo maggiore (tranne rare eccezioni di alcune banche che in questo modo si promuovono). 

L'ultimo in ordine di arrivo è il pagamento dei contributi unificati, l’imposta che si paga al ministero della Giustizia per fruire di una serie di servizi. Prima si acquistava un bollo al tabacchino e il prezzo era quello. Oggi è obbligo fare l’acquisto online e, come minimo c’è un aggravio di 0,45 euro (mediamente si va da 1 euro in su).
Inoltre, nella Pubblica Amministrazione, per esempio, la carta d’identità elettronica, oltre a dover attendere tempi biblici per averla, ha un costo molto superiore della vecchia carta giallina.

Se fino ad oggi è questo il prezzo che paghiamo per le innovazioni tecnologiche, ci si consenta di credere che altrettanto metodo potrà essere utilizzato per l’euro digitale.

Hanno le nostre Autorità fatto tesoro di questi costi (errori, a nostro avviso) sostenuti fino ad oggi dai consumatori, e si apprestano ad una innovazione che favorisca tutti e non solo gli intermediari?

A nostro avviso, quando il governatore Visco parla di incentivi, il migliore e più convincente è che l’euro digitale non costi di più rispetto agli attuali pagamenti in contanti. 
Per incentivarlo, se proprio si ritiene di doverlo fare, si pensi a sconti immediati: per esempio 1 euro digitale che costa 99 centesimi (non vengano in mente, per favore cose come le lotterie, la cui percezione ed uso da parte dei risparmiatori è pressoché vicina allo zero). Siamo un popolo maturo di risparmiatori.
 
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