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Facebook e libra. Smantellare o regolamentare?
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Articolo di Vincenzo Donvito
19 giugno 2019 17:04
 
Ora che la cryptovaluta libra è stata in pompa magna lanciata dal suo creatore Facebook, non sarebbe particolarmente estroso pensare che altri possano fare altrettanto. E quindi, da parte delle nostre Autorità, che brillano per non fare molto in prevenzione, e anche se allo stato potrebbe sembrare esagerato, potrebbe farsi avanti l’ipotesi di smantellamento.
Ciò potrebbe essere avvalorato perché in questa fase sappiamo molto poco di questo progetto della Libra, tranne che mobilita i migliori elementi di Facebook, guidato da David Markus, ex vicepresidente di Paypal, la cui struttura legale dovrebbe essere ospitata in una fondazione svizzera - un modello giuridico noto per la sua forte autonomia e potenziale opacità - e che una campagna di raccolta fondi è stata organizzata tra i maggiori influencer per il suo sviluppo iniziale.
Le domande più semplici, in questo contesto, potrebbero essere: ma non è un normale mercato del business? E Facebook non sta esercitando un suo legittimo diritto a svilupparsi? Proviamo a capire, con quattro ragionamenti, perché ci si dovrebbe preoccupare di questa iniziativa:
1 – L’impegno maggiore per Facebook in questo periodo sarà di lanciare la libra che, nella fase iniziale, sarà uno strumento di pagamento piuttosto che una valuta. Passata (con successo –impossibile non crederlo) questa prima fase e accumulati riconoscimenti un po’ ovunque, sarà semplice che crei attività finanziarie più sofisticate, come l'emissione di credito o di prodotti assicurativi. Conosciuti e meglio approfonditi i comportamenti dei suoi “fedeli”, per Facebook sarà semplice farsi carico del rischio del credito. Da qui il passo è breve, e con quasi inesistenti rischi, per diventare emittente monetario nonché attore dominante di prodotti finanziari sofisticati, coi quali influenzare gli orientamenti finanziari di questa o quell’altra economia.
2 – il modello verso cui si avvia Facebook è quello tipico del credito sociale cinese, dove si incontrano le funzioni di social networking con quelle di pagamento. E sarebbe facile implementare la repressione di comportamenti "devianti" con sanzioni finanziarie ad hoc… una sorta di propria polizia finanziaria.
3 – Facebook è l’unica azienda al mondo che dispone di 2,5 miliardi di utenti registrati. Se l’operazione libra riuscirà, grazie al peso economico che ne conseguirà, a posteriori sarà difficile imporgli delle regole.
4 – Facebook ha sempre privilegiato la crescita anche calpestando il rispetto dei dati privati dei suoi “fedeli”. Solo il timore di azioni molto coercitive da parte delle autorità di regolamentazione in seguito allo scandalo di Cambridge Analytica (la vendita illegale dei loro dati per vari motivi che ha portato Zuckerberg davanti ai tribunali di mezzo mondo) è riuscito a influenzare la strategia di sviluppo dell'azienda usando una maggiore trasparenza.

Le innovazioni che si basano su monete elettroniche non sono cattive in sé, ma quello che abbiamo ricordato richiederebbe una particolare attenzione. A cui aggiungiamo che la dimensione di Facebook, e il nuovo potere che ne deriverebbe da questa vicenda della libra, non è escluso che potrebbe rappresentare un ostacolo (o una vera e propria barriera) per l’ingresso di nuovi attori in questo mercato.

Per concludere. Visto che il mercato europeo sarebbe uno dei primi al mondo per questa iniziativa, il famoso motto “prevenire è meglio che combattere” sarebbe quantomai utile da prendere in considerazione. In virtù del fatto che sarebbe facile per alcuni (non proprio amanti e avvezzi al libero mercato) avanzare ipotesi di smantellamento di simili iniziative, sarebbe bene che l’Unione europea, che ha tutte le carte in regola per intervenire, lo faccia a priori e non, in forma di repressione, solo a posteriori.

Qui un nostro precedente articolo in materia
 
 
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