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Fallimento IDB - insinuazioni al passivo - quando verrà pagato il 15%?
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Articolo di Marco Solferini *
4 marzo 2024 12:24
 
La società IDB spa è nota per via della vicenda dei c.d. diamanti da investimento venduti, fra l'altro, in numerose Banche Italiane, di cui Aduc in primis si è più volte occupata con piena ragione e numerosi casi di successo in tutte le sue fasi; da ultimo la società è in fallimento con procedura RG 41/2019 presso il Tribunale di Milano - Curatrice fallimentare Avv. Maria Grazia Giampieretti.

Nel corso di questa procedura sono pervenute moltissime domande di insinuazione al passivo da parte di risparmiatori a diverso titolo coinvolti nella vicenda.

Tale procedura peraltro è stata seguita anche da chi, nel mentre e senza pregiudizio alcuno, ha altresì deciso di percorrere, per ottenere il giusto ristoro di quanto dovuto, anche la costituzione di parte civile in sede penale o la controversia civile vera e propria avanti ai singoli Tribunali competenti.
Nel contempo una parte significativa di coloro che hanno presentato la domanda di insinuazione al passivo è rappresentata anche da chi ha nel frattempo transato la propria posizione accettando una proposta conciliativa.

Motivo per cui, di fronte a così tante persone, giustamente interessate (e certamente emotivamente coinvolte), uno dei lavori più importanti e più difficoltosi è la ricostruzione dell'attivo della società, cioè di quella somma complessiva che sia poi distribuibile a tutti i creditori della stessa.

In buona sostanza ripartibile ai numerosissimi risparmiatori che hanno intrapreso la strada dell'insinuazione al passivo e che hanno, in tanti casi, per l'appunto già accettato la proposta transattiva pari al 15% del capitale "investito" nei diamanti.

Per operare con la massima diligenza e attenzione è stato nominato con apposito atto di nomina il 7 febbraio 2023, ex. art. 40 LF, comma 1 a firma del Giudice delegato Ill.mo dott. Luca Giani, il Comitato dei Creditori, che mette insieme alcuni esperti avendo fra l'altro il compito di valutare e autorizzare le azioni essenziali per cercare di garantire i diritti di tutti coloro che sono creditori della società e quindi anche di quanti si sono insinuati al passivo e hanno accettato la transazione.

Sarebbe corretto affermare che il Comitato dei creditori lavora per favorire tutti i creditori e fornire alla Curatrice gli strumenti necessari a salvaguardare la posizione dei creditori ed il corretto svolgimento delle attività.

Ad oggi quindi sono state intraprese molteplici attività con diligenza e attenzione, ragionevolezza e buon senso; sono stati affidati incarichi a Professionisti di comprovata esperienza e sono altresì stati raggiunti importanti risultati.

Trattandosi di un caso mai verificatosi prima, per la quantità di persone coinvolte e per gli importi che sono oggetto della massima attenzione è fondamentale garantire a tutti la possibilità di tutelare anzitutto le proprie posizioni attraverso le norme della procedura fallimentare.

Lo scopo da subito è stata la volontà di lavorare bene e con precisione tenendo ben presente i procedimenti in essere che coinvolgono la società interessata, su tutti quello penale che ha portato ad un sequestro significativo di somme rilevanti per la distribuzione dell'attivo.

Sul punto in diritto onde fare chiarezza occorre precisare che, avuto riguardo a tutti coloro che vogliono sapere quando avverrà il pagamento del 15% del prezzo versato per l’acquisto dei diamanti da parte del Fallimento, la corretta procedura, come seguita dalla Curatela parte dal presupposto che tutti i beni della Società fallita sono sottoposti a sequestro finalizzato alla confisca di cui agli artt. 5, comma 1, lett. a) e 25 octies, d.lgs. 231 del 2001 in relazione all’art. 648 ter c.p. (capo 11) nonché ex artt. 5, comma 1, lett. a) e 25 ter, comma 1, lett. s bis), d.lgs. 231 del 2001 in relazione all’art. 2635, comma 3, c.c. (capo 16), e stante le notizie peraltro rinvenibili anche ai privati, il procedimento penale per l’accertamento dei reati contestati all’Ente (IDB) ai sensi delle norme sopra citate, è tuttora in corso.

E' del tutto ovvio (e ragionevole) come non sia dunque possibile, allo stato, effettuare delle previsioni in merito ad un riparto (pagamento) dei creditori a breve termine, poiché sarà necessario attendere l’esito del giudizio penale in corso.

Mentre, nel caso in cui fosse disposto il dissequestro dei beni, la curatela potrà procedere alla vendita degli stessi al fine di ripartire il ricavato tra i creditori secondo l’ordine dei privilegio stabilito per legge.

Si ritiene fondamentale sottolineare che il lavoro svolto dalla Curatela è stato costante e ben organizzato, ammirevole sotto il profilo dell'impegno e della dedizione essendosi dovute analizzare numerose norme stante la convergenza di tante situazioni. Nonché un impressionante numero di documenti. Il tutto anche grazie alla sapiente direzione della procedura da parte della Magistratura coinvolta nel Tribunale di Milano.

Ovviamente non si vogliono alimentare false speranze ma si ritiene altresì importante offrire il conforto alle tantissime persone coinvolte dell'avere piena consapevolezza che il lavoro viene svolto con attenzione e con impegno perché c'è la consapevolezza che dietro a queste insinuazioni ci sono le persone e le Famiglie.

Nel mentre si ribadisce che importanti risultati sono stati ottenuti tanto in primo grado quanto in appello nelle cause civili dove si è oramai consolidato un orientamento completamente favorevole ai risparmiatori.

Questa vicenda ha testimoniato che la prudenza negli investimenti non è mai troppa e ci ha significato altresì come sia fondamentale, sempre, avere la massima cura guardando alle persone cercando di ottenere il miglior risultato possibile.

* legale, membro del Comitato dei Creditori del Fallimento IDB spa, delegato sede Aduc di Bologna 

 
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