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Montepaschi/Mediobanca. Perché? Abuso di posizione dominante e turbativa di mercato?
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29 gennaio 2025 12:26
 

Montepaschi vuole comprarsi Mediobanca. Una banca specializzata in credito che vuole comprarne una di investimenti. Per Luigi Lovaglio, amministratore delegato della banca senese, dovrebbe servire  per acquisire capacità nel mercato italiano dove i tassi caleranno e serviranno soldi per investimenti tecnologici.
Insomma, logica di espansione, guadagno, controllo, prestigio.

Il maggiore azionista di Mps è lo Stato italiano/ministero Economia e finanze (11,731%). Presenza che è servita a far tornare a galla questa banca che, fino a pochi anni fa, sembrava stesse per andare a rotoli. Ora dicono che Mps sta bene e, se l'operazione dovesse andare in porto, potrebbe diventare la terza banca italiana, dopo Intesa e Unicredit.

E’ stato, e continua ad essere, importante l’intervento dello Stato anche in ambito bancario per evitare disastri per risparmiatori e lavoratori. Ma una volta che la situazione si dice che sia sanata, perché lo Stato continua ad esserci e dovrebbe prestarsi alle dinamiche del mercato finanziario, acquisizioni comprese? Quale giovamento per “gli azionisti dello Stato” (i cittadini)? E quale giovamento per il mercato, visto che lo Stato azionista - difficile che possa fallire - è in posizione privilegiata rispetto agli altri azionisti per cui, per esempio, si potrebbe ipotizzare un abuso di posizione dominante oltre che una turbativa di mercato?
Insomma, perché lo Stato di un’economia capitalista di mercato deve essere imprenditore in un contesto in cui lui stesso fa le regole?

E, infine, quale messaggio questo Stato vuole dare a risparmiatori ed imprenditori… forse che questi ultimi non sono mai in grado di essere maggiorenni e agire senza il suo controllo? E’ bene ricordare, per capire il contesto, che al ministero i decisori non sono persone di provata capacità tecnica che hanno superato un esame o simile, ma persone nominate da partiti politici che hanno convinto gli elettori a votarli a seguito di quanto detto in campagna elettorale e non solo. 


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