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Polizze, non tutta la Brexit viene per nuocere: il recesso senza penali
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Articolo di Anna D'Antuono
24 febbraio 2020 0:40
 
 Sono circa dieci milioni, per l'esattezza 9,7, gli italiani in possesso di una polizza emessa da una delle 53 compagnie con sede legale nel Regno Unito operanti in Italia, di cui appena sei nel ramo vita e le restanti nel ramo danni, per una raccolta annua di circa 1,7 miliardi di euro. Dati dell'Ivass, Authority del settore, che lo scorso anno ha dedicato uno studio agli effetti della Brexit nel comparto. Brexit che, sebbene ancora in alto mare riguardo i metodi, è avvenuta lo scorso 1 febbraio. Da quel giorno le imprese britanniche sono a tutti gli effetti considerate imprese non comunitarie, la loro licenza è decaduta e per continuare a svolgere l'attività assicurativa in Italia hanno dovuto costituire una sede stabile nell'Unione Europea e ottenere la relativa autorizzazione. E' stata prevista un'apposita norma per consentire alle società in via transitoria di proseguire l'attività fino all'ottenimento delle nuove licenze. Nessun timore per gli assicurati, poiché i contratti in essere continueranno ad essere validi fino alla scadenza e senza modifica alcuna alle condizioni. Non occorre quindi sottoscrivere nuovi contratti, né tanto meno estinguere quelli esistenti. Particolare attenzione dovrà porre chi possiede polizze di investimento all'estero, dato che dalla dichiarazione dei redditi 2021 i proventi saranno considerati di origine non Comunitaria, come lo saranno le stesse polizze anche ai fini della compilazione del Modello RW.

A proposito di licenze comunitarie, molte compagnie stanno aggirando l'ostacolo cedendo i contratti ad una società del gruppo residente in un Paese dell'Unione, specie Lussemburgo e Paesi Bassi.
La cessione dei contratti è sottoposta al vaglio di un Tribunale inglese chiamato a pronunciarsi su eventuali opposizioni, e diviene definitiva dopo l'omologazione.
I termini e le condizioni contrattuali continuano ad essere validi fino alla scadenza e senza modifica alcuna alle condizioni, ma vi è un particolare aspetto che viene incontro ai tanti sottoscrittori “incastrati” nei prodotti. La normativa prevede infatti che, dopo l'approvazione del trasferimento tramite il Bollettino di vigilanza Ivass, la compagnia invii al cliente una raccomandata per avvisarlo della facoltà di recedere senza penalizzazioni entro 60 giorni dalla pubblicazione. Per i tanti sottoscrittori di polizze con contenuto di investimento, si tratta di un'occasione per uscire dal prodotto senza sostenere le penali, che spesso sono molto elevate. Da notare che si riceve non il capitale investito,  bensì il controvalore corrente senza appunto l'applicazione di penali. Importo che può essere investito in maniera più efficiente.
 
 
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