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Terrorismo fiscale per vendere polizze e fondi comuni
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Articolo di Giuseppe D'Orta
1 aprile 2006 0:00
 
Quella del fisco e' un'arma da sempre utilizzata dai venditori. E' una squallida "leva commerciale" (come si definiscono nel gergo le frottole) che fa sempre molto effetto su un pubblico poco propenso a ragionare e molto facilmente impressionabile.

"Risparmio fiscale", infatti, e' uno dei termini che letteralmente eccitano gli investitori (un altro sempre efficace e' "garanzia"...) e che troppo spesso spiana la strada alla vendita di prodotti che non hanno nulla di valido, come la triste storia delle polizze-vita finanziarie insegna: per decenni vendute magnificando soprattutto lo sconto fiscale, hanno finito per restituire ai clienti il capitale versato e poco piu'.

Non ha senso, quindi, risparmiare 100 di tasse per poi vedersi sottrarre 200 da una struttura dei costi che si puo' tranquillamente evitare.

Ora, in vista di un probabile aumento delle aliquote sul capital gain, ecco che si parte con "se compra la mia polizza (oppure fondo, ecc.) sara' al riparo dall'aumento delle tasse" ecc.

Non bisogna cascarci.

Prima di tutto, non e' detto che l'aumento della tassazione arrivi. Poi, ammesso e non concesso che l'aumento ci sia, le modalita' di applicazione sono tutte da verificare.

Molti organi di "informazione specializzata", purtroppo, si stanno impegnando per disinformare e la cosa non stupisce: quando si tratta di fare favori al risparmio gestito sono sempre in prima linea.

Se vi dovesse capitare di ricevere una proposta simile, chiedete al venditore di mettere la sua promessa per iscritto, su carta intestata della banca-assicurazione-sim e la sua firma: vedrete come le sue certezze svaniranno tutte in un colpo solo.
 
 
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