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Tesla & Elon Musk: nuove opportunità, nuovi rischi
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Articolo di Alessandro Pedone
19 dicembre 2023 15:09
 
Chi mi legge da anni sa che ho iniziato a scrivere articoli su Tesla da tempi non sospetti, da prima del Covid, quando l’opinione comune era che il titolo avesse valutazioni assolutamente irragionevoli ed irrazionali, prezzi totalmente assurdi. All’epoca, infatti, nello spazio di circa sei mesi, il prezzo delle azioni Tesla si era moltiplicato per circa cinque volte e tutti (compreso chi scrive) erano convinti che sarebbe crollato. Infatti dopo poco si è dimezzato, per poi riprendere una nuova corsa che l’avrebbe portato a moltiplicare per dieci volte il valore del precedente minimo. Dopo questa seconda, “folle corsa”, il prezzo si è ridotto di oltre due terzi, per poi recuperare circa il 150%.  Il grafico sottostante (in scala logaritmica per poter apprezzare i movimenti più lontani nel tempo) mostra l’assurda volatilità di questa azione. 
 
Come ho precisato più volte, mi sono deciso a scrivere articoli su una specifica azione perché da mesi avevo compreso che Tesla non era un'azienda qualunque. Era un fenomeno sostanzialmente unico e incompreso dalla quasi totalità degli analisti che consideravano Tesla come un produttore di auto, mentre si tratta sostanzialmente di un'azienda tecnologica che applicava (dopo si capirà meglio perché uso il passato) le sue tecnologie al settore automobilistico. Indipendentemente dall'andamento del titolo, lo scorrere del tempo ha dimostrato che Tesla non può essere ridotta ad una semplice casa automobilistica. Tuttavia, in questi tre anni sono accaduti eventi che hanno generato nuove opportunità e rischi, sui quali in passato non mi sono soffermato con la dovuta profondità e che intendo invece ora affrontare per aggiornare i lettori.

La più grande opportunità economica della storia dell’uomo
La civiltà umana è sull'orlo di una nuova rivoluzione robotica. La rivoluzione che Tesla sta portando nel settore dei trasporti e della produzione e stoccaggio di energie rinnovabili incide su due enormi business rispetto al prodotto interno lordo mondiale. Nonostante la loro grandezza, questi business impallidiscono rispetto al nuovo settore emergente che inizierà in questo decennio e diventerà preponderante nel successivo. Per molti anni ancora, la maggior parte degli analisti faticherà a comprendere (come non hanno compreso la rivoluzione delle auto elettriche) che, in una prospettiva decennale, il business automobilistico rappresenterà solo una frazione del fatturato di Tesla, poiché la maggior parte dei ricavi deriverà dalla nuova automazione.

La convergenza tra la nuova robotica (che è a sua volta il risultato della convergenza di diverse tecnologie emergenti) e l'intelligenza artificiale renderà possibile una forma di automazione mai conosciuta fino ad ora. La prima rivoluzione robotica nelle nostre fabbriche è un processo in corso da molto tempo e non rappresenta una novità. Abbiamo da anni macchine che svolgono lavori al posto degli umani. Queste macchine richiedono che l'uomo crei attorno a loro un ambiente adatto (dal quale gli esseri umani sono esclusi) che deve rimanere invariato, altrimenti le macchine non funzionano. L'esempio più calzante (spesso citato dal prof. Luciano Floridi) è quello della lavastoviglie, che può lavare i piatti solo se questi sono disposti in un certo modo all'interno di uno spazio progettato ad hoc. La lavastoviglie non potrebbe lavare i piatti sparsi per la cucina. Per questo, fino ad ora, serve un essere umano. 

Allo stesso modo, diversi lavori in fabbrica sono svolti da robot, o braccia meccaniche, che operano solo se il materiale da lavorare è disposto in un certo modo. Piccole variazioni nella disposizione possono interrompere il processo. 

Negli anni a venire, l'evoluzione tecnologica ci permetterà sempre più di sviluppare nuovi robot capaci di operare in ambienti progettati per gli umani, non per le macchine. 

Questo rappresenta una rivoluzione epocale e potrebbe diventare il business principale di Tesla nel prossimo decennio. Al momento ci sono diverse aziende che si dedicano esclusivamente alla realizzazione di robot umanoidi. Quella che sembra essere più avanzata nella commercializzazione è Agility Robotics, che ha stretto una partnership con Amazon e ha aperto la prima fabbrica al mondo per la produzione in massa del loro robot umanoide, Digit. Quando la fabbrica sarà a pieno regime, produrrà circa 70.000 robot umanoidi all'anno. Un'altra azienda degna di nota nel campo dei robot umanoidi è Figure, fondata dall'imprenditore Brett Adcock, che, nonostante non abbia ancora 40 anni, ha già fondato due aziende tecnologiche di successo. La seconda, in particolare, opera nel settore dei veicoli elettrici a decollo verticale, un altro ambito che si riteneva senza futuro e che invece sta diventando una realtà destinata a cambiare il traffico nelle grandi città. Oltre a queste due aziende, ci sono numerosi tentativi, alcuni ancora in fase di ricerca, altri agli albori della commercializzazione, di robot umanoidi. La componente meccanica è praticamente risolta, la sfida maggiore è ovviamente il software, ma i progressi dell'intelligenza artificiale stanno portando a grandi passi avanti e non ci sono ostacoli insormontabili. È solo questione di tempo. Tesla è, di gran lunga, l'azienda con le maggiori prospettive di diventare leader mondiale in questo settore emergente. La scorsa settimana ha rilasciato un video che mostra la seconda generazione dei suoi robot umanoidi e i progressi compiuti in pochi mesi (la generazione precedente era stata presentata solo a marzo di quest'anno) sono impressionanti. Il video è breve e vale la pena di vederlo.

 
È chiaro che il percorso per rendere queste macchine completamente funzionali è ancora lungo. Non mi sorprenderebbe se ci fossero indizi che il video sia stato in qualche modo ritoccato con la computer graphics. Siamo ancora in una fase molto preliminare. Il video, da solo, non prova nulla. Ciò che è importante comprendere, tuttavia, è che non ci sono ostacoli pratici o teorici che impediscono, con tempo e risorse sufficienti, di rendere questi robot adatti a svolgere quasi ogni compito meccanico che un essere umano può fare. La questione non è se Tesla sia attualmente in grado di realizzare un robot con quelle movenze o che sappia fare qualcosa di veramente utile. La questione è che non ci sono ostacoli pratici o teorici che ci facciano pensare che sia impossibile realizzarlo in futuro. Dopo un'analisi approfondita, sono giunto alla conclusione che è solo questione di tempo, non ho dubbi che i robot umanoidi saranno nelle nostre case come oggi abbiamo la lavatrice. È solo questione di tempo. 

Le enormi implicazioni economiche di questa rivoluzione sono facili da intuire. L'economista Anton Korinek ha seguito per anni l'impatto delle nuove tecnologie sull'economia. Consiglio vivamente di leggere il suo ultimo lavoro per il Fondo Monetario Internazionale, basato sul concetto della frontiera dell'automazione che si sposta sempre più avanti. Secondo i suoi studi, lo scenario base prevede che entro 20 anni tutti i lavori manuali attualmente svolti da esseri umani potranno essere eseguiti più efficientemente dai robot.

Nuovi rischi per Tesla
Una parte significativa della seconda discesa delle azioni Tesla, quella avvenuta nel 2022, è stata influenzata anche dall'acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk. Ovviamente, vi sono state diverse altre cause, ma Twitter ha avuto un impatto notevole, sia diretto che indiretto.

Negli ultimi tre anni, la figura di Elon Musk è diventata sempre più preponderante sulla scena globale, polarizzando l'opinione pubblica e - soprattutto - travalicando le questioni strettamente legate a Tesla.

Ho seguito le vicende di Elon Musk sin dai tempi di PayPal, quando in Italia era quasi sconosciuto e sicuramente non era il personaggio pubblico che recentemente ha partecipato ad Atreju, la kermesse della destra italiana e dell'attuale presidente del consiglio. Ho letto le sue due biografie (l'ultima è essenziale per chi ha investito o intende investire in Tesla) e ascoltato centinaia di ore delle sue interviste. Ho anche avuto il piacere di discutere di lui con personalità come Federico Faggin, per ottenere la loro opinione sul personaggio. Tutto ciò mi ha permesso di formarmi un'opinione informata che, devo dire, non mi tranquillizza affatto.

Chi intende investire in Tesla deve essere consapevole che, sebbene ci siano opportunità straordinarie, vi sono anche rischi significativi legati al suo fondatore e 'padre padrone'. Tesla non avrebbe potuto compiere ciò che ha compiuto se Elon Musk fosse stato 'una persona normale'. Non si può avere un'azienda così innovativa e iper-efficiente come Tesla e allo stesso tempo una leadership rassicurante. Uno dei 'costi' da pagare per investire in Tesla è l'esposizione non solo agli eccessi di Elon Musk, ma anche alle conseguenze dell'applicazione della sua agenda politica (in senso lato), che ormai si estende ben oltre gli interessi economici di Tesla.

Mi pare evidente che Elon Musk sia affetto da una sorta di delirio di onnipotenza, probabilmente una tendenza congenita, considerando che suo padre ha mostrato disturbi psicologici piuttosto pesanti. Tuttavia, osservando ciò che ha realizzato, oltre a Tesla (mi riferisco in particolare a SpaceX e Starlink), dobbiamo riconoscere che chiunque rischierebbe di cadere in un simile delirio.

Dalla mia analisi, la narrativa che Elon Musk ha costruito per sé è quella di voler migliorare la civiltà umana nel suo complesso. È un racconto che propaga in parte perché ci crede e in parte perché gli è utile. Inizialmente si era posto due obiettivi: accelerare la transizione verso le energie rinnovabili e rendere l'umanità una civiltà multi-planetaria. Su questi obiettivi ha compiuto notevoli passi avanti. La chiave del successo delle sue imprese è stata quella di assegnare obiettivi apparentemente irraggiungibili per mantenere le persone fortemente motivate.

Recentemente, anche a causa di vicende familiari legate a un figlio divenuto transgender (per approfondire leggere la biografia), si è convinto che temi quali la 'libertà di parola' (interpretata a suo modo) e il 'woke mind virus' siano diventati centrali nella sua 'missione di vita'. La sua 'agenda politica' si intreccia con interessi economici sempre più ampi. Come spesso accade, gli esseri umani tendono a convincersi di ciò che è per loro più conveniente.

Il ruolo 'politico' di Elon Musk, nel senso più ampio del termine, rappresenta, dal mio punto di vista, il principale rischio nell'investimento in Tesla. Le sue qualità eccezionali lo rendono adatto a realizzare missioni impossibili, ma è meno adatto alle relazioni sociali e alla 'vita politica'. A parole, desidera il bene dell'umanità, collettivamente, ma usa gli individui come strumenti. Man mano che avanza la sua 'agenda politica', si fa sempre più nemici. Prima o poi dovrà pagare il prezzo di queste inimicizie, specialmente perché nell'attuare la sua 'agenda politica' commetterà inevitabilmente grandi errori.

Dal mio punto di vista di investitore in Tesla, è una fortuna che Elon Musk non possa candidarsi a Presidente degli Stati Uniti. Sono convinto che se fosse stato possibile si sarebbe candidato. Tuttavia, credo che lo vedremo sempre più coinvolto nella politica USA come 'king maker'. Il suo attivismo politico potrebbe portare vantaggi alle sue aziende, ma temo che, data la sua natura, possa portare più svantaggi che vantaggi, aggiungendo un livello di incertezza di cui avrei volentieri fatto a meno.

Elon Musk non è più 'indispensabile' per Tesla, che indubbiamente sopravviverebbe anche senza di lui ma, altrettanto indubbiamente, in tal caso non sarebbe più la stessa azienda. Tesla senza Elon Musk sarebbe come Apple senza Steve Jobs: non sarebbe la stessa. Perderebbe gran parte della sua cultura aziendale, il motore della sua incredibile efficienza.

Il 'rischio Elon Musk' è il più grande rischio per un azionista di Tesla, un rischio intrinseco all'investimento. In questi tre anni, da quando scrivo pubblicamente su Tesla, questo tipo di rischio è aumentato e temo che continuerà a crescere. Attualmente, ritengo che il rischio sia più che adeguatamente compensato, ma sarebbe un errore non essere consapevoli della sua esistenza, della sua portata e del fatto che è in aumento.
 
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