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Il "tragico deflusso" dai fondi comuni non esiste
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Articolo di Giuseppe D'Orta
8 febbraio 2007 0:00
 
Ogni mese, all'arrivo dei dati Assogestioni da cui emergono enormi riscatti sui fondi comuni, arrivano commenti che parlano di "profondo rosso", disastro, crisi del settore.
Non è vero un bel niente!
Tutti i commenti tendono solo a nascondere la verita'. Un esempio e' dato dalla storiella secondo cui i fondi italiani sarebbero penalizzati dalle modalità di tassazione. Come anche il prof Scienza ha spiegato, non e' certo il fisco a creare le pessime performance del risparmio gestito (1) .
Nessuno spiega, poi, che le Sicav estere sono si' tassate al momento del realizzo, ma hanno la pessima caratteristica di non poter far compensare all'investitore le plus e le minusvalenze fiscali. Le societa' di gestione propongono fondi di diritto estero perche' sono loro a pagare molte meno tasse e devono sottostare a procedure burocratiche meno stringenti. Non lo fanno per il bene della clientela, ma solo per il proprio.
Soprattutto, la verita' sui riscatti dei fondi comuni e' un'altra: i soldi che escono dai fondi comuni finiscono nei prodotti strutturati, obbligazioni e polizze "fregatur-linked" in testa. In questa maniera le societa' guadagnano molto di piu' mentre il cliente finisce in un prodotto pessimo e che lo incastra fino alla scadenza.
Abbiamo appena parlato della campagna in atto alla Banca Nazionale del Lavoro (2), ma e' solo l'ultimo di un lunghissimo elenco.
Cio' che impressiona davvero e' come i clienti si facciano, ancora oggi, abbindolare da queste campagne commerciali condotte esclusivamente ai loro danni. Vero che gli organi di informazione non aiutano, come abbiamo appena visto, ma le mille pessime esperienze del recente passato non li hanno spinti ad essere piu' guardinghi.

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