Bitcoin, insieme a tutto il comparto crittografico, ha affrontato e sta vivendo un periodo particolarmente difficile. Il recente crollo e la resistenza ai 20.000 dollari di queste ultime ore sta preoccupando parecchi investitori.
Nondimeno, dobbiamo ricordarci, perché spesso siamo dimentichi in questo, che le criptovalute hanno una caratteristica fondamentale: la volatilità. In alcuni casi la si percepisce come amica, mentre in altri come acerrima nemica.
In realtà i migliori trader crypto affrontano la volatilità delle criptovalute sempre e comunque come un’opportunità. Va da sé che anche l’atteggiamento di chi investe in criptovalute e quindi anche in Bitcoin ha un certo peso sull’andamento delle loro quotazioni.
Vediamo quindi quali sono i motivi principali del crollo di Bitcoin. Alcuni dipendono da noi, mentre altri da agenti esterni. Nondimeno, cercheremo anche di capire quale sia l’atteggiamento migliore per affrontare e superare questo inverno e anche i prossimi, perché comunque non mancheranno.
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Bitcoin: il crollo dipende da noi
Iniziamo subito col dire che parte del crollo di Bitcoin dipende proprio dagli investitori stessi. Non ci sono dubbi sul fatto che ad averlo innescato è ben altro, ma ad aver contribuito alla discesa è stata la paura di chi, nel panico, ha abbandonato la nave pensando stesse affondando.
In realtà, proprio in questi momenti è necessario pensare ad altro e non prendere troppo sul serio il calo dei prezzi sulle quotazioni. Meglio ancora, rispondere a questo inverno aumentando l’adozione di criptovalute, cosa che fa molto bene agli asset digitali e al loro prezzo.
Difatti, avevamo già parlato della propensione al rischio dei trader che ha spinto verso l’alto quasi tutto il mercato crittografico, colorando le percentuali di verde. Nelle ultime 24 ore Bitcoin è scambiato a 21.219 dollari (al momento della scrittura). Se si fa una stima dell’andamento nei 30 giorni, BTC è cresciuto comunque del 2,80%.
Inflazione e sfiducia degli exchange
Ciò che ha innescato questo inverno crittografico è anche una certa correlazione delle criptovalute con i mercati azionari fortemente tecnologici. Il periodo di calo ha condizionato anche l’andamento di Bitcoin che si è trovato protagonista di perdite non indifferenti, se pensiamo al suo massimo storico dei 60.000 dollari.
L’inflazione in aumento e una politica della SEC poco risolutiva stanno comunque influenzando il settore crittografico dove tutti sono in attesa del tanto annunciato aumento degli interessi. Ad aggiungersi alla combriccola c’è anche la sfiducia degli exchange.
Nello specifico l’attore principale di cui si sta molto parlando è Celsius e la sua decisione di sospendere i prelievi in criptovalute. Una mossa che molti hanno percepito come un pericolo anche se l’exchange ha rassicurato che l’obiettivo è quello di proteggere i fondi dei clienti.
Un mezzo colpaccio è arrivato anche da Binance che però ha riaperto poche ore dopo i prelievi di criptovalute. La sua mossa era stata motivata da un’eccessiva volatilità di Bitcoin così da difendere i portafogli dei suoi utenti.
Molti credono che questa fase terminerà a breve. Addirittura secondo Nayib Bukele, presidente di El Salvador, Bitcoin aumenterà “immensamente”. Questa pseudo profezia l’ha pronunciata in un tweet qualche giorno fa: "Vedo che alcune persone sono preoccupate o ansiose per il prezzo di mercato di Bitcoin. Il mio consiglio: smetti di guardare il grafico e goditi la vita. Se hai investito in BTC, il tuo investimento è sicuro e il suo valore crescerà immensamente dopo il mercato ribassista. La pazienza è la chiave".
(Osvaldo Lasperini su Punto-Informatico.it del 21/06/2022)
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