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Il collasso di FTX, il dominio di Binance e la sopravvivenza della cripto-finanza
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Articolo di Redazione
11 novembre 2022 8:57
 
Il collasso del secondo exchange più grande al mondo segna un punto di svolta che cambierà il volto della cripto-finanza. Le dinamiche che l’hanno causata (e la rivalità tra i cripto-miliardari) sono una potente parabola per i regolatori. Ecco cos’è successo e cosa potrebbe accadere, secondo Suleymanov (Wilson Center)

Negli ultimi giorni è andato in scena uno degli eventi più incredibili della pur brevissima storia del criptoverso, nonché una plateale dimostrazione della scarsità di regolamentazione. Possibilmente è il “momento Lehman Brothers” (paragone tanto abusato quanto calzante) per l’intero settore, che è in profonda crisi da mesi. Una serie di eventi che ha portato al collasso della seconda exchange più grande al mondo, FTX, e del suo fondatore, il trentenne Sam Bankman-Fried, che nel giro di una notte ha perso il 94% della sua fortuna – per un miliardario, il più grande crollo di ricchezza in ventiquattr’ore mai registrato.

In parallelo, si sta consolidando il dominio della piattaforma rivale Binance, la prima al mondo, che martedì ha annunciato di voler acquistare FTX per salvarla da una possente crisi di liquidità e proteggere l’ecosistema crypto. Anzi, secondo alcuni è stato proprio il suo fondatore, Changpeng Zhao (detto CZ), a provocare il collasso di FTX – con dinamiche illegali su Wall Street, ma permesse nel Far West delle crypto. Poi Binance si è tirata indietro e ha scelto di osservare dalla riva mentre la rivale cola a picco. Ecco com’è andata (finora) e cosa potrebbe accadere.

L’ASCESA DI BANKMAN-FRIED
Quella di FTX e del suo fondatore è stata una storia di successo fino a ieri. La exchange è nata a inizio 2019 ed è cresciuta a ritmi vertiginosi, raggiungendo una valutazione di 32 miliardi di dollari in appena tre anni e diventando la seconda piattaforma di scambio crypto al mondo. Binance ci aveva investito parecchio nella prima fase, per poi liquidare la propria posizione nel luglio del 2021. Comunque, fino a poco fa deteneva ancora due miliardi di dollari sotto forma della valuta proprietaria di FTX, FTT. Nonostante fossero competitor, i due fondatori – partiti come amici – proiettavano cordialità e cooperazione.

Il prestigio di Bankman-Fried è cresciuto di pari passo. Durante la scorsa estate, con il settore delle criptomonete in profonda crisi, il suo salvataggio di realtà in disgrazia come Voyager e Celsius hanno portato diverse riviste a paragonarlo a J.P. Morgan – il leggendario banchiere statunitense che durante il panico finanziario del 1907 organizzò una coalizione di finanziatori per salvare il sistema monetario americano dal crollo. Negli ultimi tempi il giovane miliardario era noto a Washington come il volto responsabile del criptoverso.

IL CROLLO DI FTX
Poi, la svolta. Nelle ultime settimane iniziano a circolare voci riguardo all’insolvenza di FTX – un buco di bilancio che Bankman-Fried ha poi quantificato in circa 8 miliardi di dollari. Su Twitter gli esploratori delle blockchain (che sono completamente trasparenti) non riuscivano a trovare i “portafogli” con le riserve finanziarie di FTX. Nel frattempo CZ, che ha indicato dove fossero quelli di Binance, ha rivelato che l’amico-rivale stava “sparlando” di lui nei corridoi del potere, assumendo posizioni che avrebbero potuto danneggiare le attività di Binance.

Quale che fosse la motivazione, domenica CZ ha annunciato che la sua piattaforma avrebbe liquidato i due miliardi che deteneva sotto forma di FTT. Scatenando una corsa agli sportelli virtuali di FTX da almeno sei miliardi, e deprezzando il token di oltre l’85%. E il punto è che la stabilità di FTX, com’è poi emerso, dipendeva fin troppo da FTT e troppo poco da asset tradizionali. Così, in maniera non dissimile dal collasso di Terra-Luna lo scorso maggio, gli investitori sono fuggiti a gran velocità – e la fondazione dietro la piattaforma non è riuscita a intervenire per fermarli.

IL SALVATAGGIO E LA RITIRATA
A questo punto è arrivato CZ, che martedì sera ha annunciato di voler mettere a disposizione la considerevole potenza di fuoco di Binance per salvare FTX e proteggere i suoi clienti. Ironicamente, il genere di intervento che ha consolidato il mito di Bankman-Fried durante l’estate. Quest’ultimo è passato velocemente dall’accusare CZ di aver orchestrato il “sabotaggio” di FTX a ringraziarlo pubblicamente per il suo ruolo nel proteggere l’ecosistema globale delle crypto – prendendosi accuse di vassallaggio dagli osservatori.

Poi, mercoledì sera, Binance si è tirata indietro. “In seguito alla due diligence aziendale, nonché alle ultime notizie riguardanti la cattiva gestione dei fondi dei clienti e le presunte indagini delle agenzie statunitensi, abbiamo deciso di non perseguire la potenziale acquisizione di [FTX]”, ha scritto su Twitter la exchange più grande al mondo. CZ si è rammaricato, a modo suo: “Giornata triste. Ci ho provato, ma [emoji di una faccia che piange]”. Non è chiaro che futuro attenda FTX e i suoi clienti, a cui è tuttora impedito scambiare o ritirare i propri fondi dall’exchange.

E ORA?
La serie di eventi ha scatenato il panico nel criptoverso, inflitto un durissimo colpo al valore delle criptomonete e impattato le società quotate in borsa ed esposte alle realtà crypto – tra cui Robinhood, la celebre app di trading che annovera Bankman-Fried tra i suoi più grandi investitori. Il timore è che la caduta di FTX possa mettere definitivamente la parola fine alla cripto-economia e contagiare anche la finanza tradizionale. La speranza è che gli eventi segnino un punto di svolta per l’evoluzione del settore.

“È pazzesco. Tutti stanno ancora cercando di capire cosa stia succedendo”, ha detto Mirza Suleymanov, esperto del settore e assistente direttore del Wilson Center, offrendo la sua opinione personale a Formiche.net. Parecchie compagnie crypto stanno dichiarando di essere disposte a sottoporsi ad audit di trasparenza, ha spiegato, in maniera da dimostrare ai regolatori che il problema è confinato alla sola FTX, e possibilmente fermare la corsa agli sportelli che minaccia l’ecosistema. Ma ci vorrà tempo. Nel breve periodo, “assisteremo al caos”.

IL FUTURO DELLA CRIPTO-FINANZA
Naturale che con il crollo di FTX, la posizione di Binance come leader assoluto dell’industria si stia consolidando – a dispetto della promessa originale delle crypto, la decentralizzazione e lo scambio diretto da persona a persona, senza necessità di un intermediario. “Le exchange non sono blockchain allo stato puro, si occupano di creare asset class per gli investitori”, ha continuato Suleymanov; “le persone che si occupano di blockchain e creano, per esempio, token di utilità sociale fanno altro. Chi invece si iscrive alle exchange vuole fare soldi”.

Guardando avanti, questa serie di eventi potrebbe anche diventare la scossa di cui il settore crypto-finanziario ha bisogno. Non è chiaro se l’industria tenderà al consolidamento, ha spiegato l’esperto. Ma le autorità si stanno muovendo per regolamentare il settore. C’è un pacchetto-legge sulla finanza digitale in arrivo sul versante europeo, mentre negli States le aziende chiedono a gran voce chiarezza normativa. pur permettendo all’industria di competere e fallire. Basta che il progresso sia virtuoso, ha concluso Suleymanov, “com’è avvenuto con il crollo delle dotcom: le Big Tech di oggi sono emerse perché le altre sono andate in pezzi. È il bello del capitalismo”.

Aggiornamento del 11/11/2022

Per ammissione di Bankman-Fried, Alameda, la sua società d’investimento, avrebbe utilizzato i fondi dei clienti di FTX per investimenti ad alto rischio. Intanto Australia, Giappone e Bahamas (sede legale della exchange) prendono provvedimenti per congelarne le attività

Stanno emergendo le cause del collasso di FTX (ndr: vedi sopra), la seconda crypto exchange al mondo, un avvenimento ancora in corso che è già stato definito il momento Lehman Brothers della cripto-finanza. Stando al Wall Street Journal, il fondatore Sam Bankman-Fried ha ammesso di aver utilizzato miliardi di dollari dei clienti di FTX per finanziare gli investimenti ultra-rischiosi della propria società di trading, Alameda Research.

Il giovane miliardario, che nel giro di poche ore ha perso il 94% della sua fortuna, avrebbe detto durante una riunione con gli investitori che FTX ha un credito con Alameda di circa 10 miliardi di dollari. L’exchange deteneva l’equivalente di 16 miliardi in asset dei propri clienti, dunque Bankman-Fried sarebbe responsabile di averne trasferiti più della metà ad Alameda – la quale si è ulteriormente indebitata per un altro miliardo e mezzo al fine di finanziare le proprie operazioni.

Giovedì un Bankman-Fried grondante di rimorsi ha dichiarato in una serie di post su Twitter che Alameda avrebbe cessato le attività di trading. Nello stesso thread si è ripetutamente scusato per i suoi errori, ammesso la sconfitta (probabilmente a vantaggio del rivale Changpeng Zhao, CEO di Binance) e ha promesso di fare il possibile per rifondere gli utenti di FTX.

Tuttavia, la massiccia crisi di liquidità che ha colpito la piattaforma – che ha dovuto interrompere i prelievi dopo una “corsa agli sportelli” da 5-6 miliardi – sta dissuadendo anche i player più grandi del settore, tra cui Binance stessa, dall’intervenire per salvare FTX e mitigare l’impatto sul settore delle criptovalute. In queste ore Bankman-Fried starebbe lavorando disperatamente per recuperare 6-8 miliardi di dollari, mentre la Securities and Exchange Commission statunitense espande la sua indagine nell’azienda.

Al momento sono proprio le autorità a muoversi  più velocemente, anche a dispetto del vuoto legislativo attorno alle crypto. Nelle Bahamas, sede legale della divisione internazionale di FTX (la sezione statunitense non è coinvolta nello scandalo), l’autorità di vigilanza del mercato è intervenuta giovedì per congelare i beni detenuti da FTX Digital Markets, la filiale locale che funge da principale fornitore di servizi per la borsa, riporta il Financial Times.

Poche ore dopo è stata la volta dei regolatori giapponesi, che hanno sospeso a tempo indeterminato alcune operazioni locali della piattaforma, citando preoccupazioni sulla struttura e sull’affidabilità creditizia della exchange. Contemporaneamente la divisione australiana di FTX è stata posta in amministrazione controllata e ai clienti è stato ingiunto di non depositare denaro, né effettuare operazioni.

L’intervento rapido delle autorità è stato salutato con favore dagli osservatori e da parte della stessa industria crypto, dove diverse aziende stanno chiedendo a gran voce di essere sottoposte a controlli di trasparenza per dimostrare che il problema di FTX non è endemico, ha detto su queste colonne l’esperto del settore Mirza Suleymanov (Wilson Center). Secondo lui, un risvolto positivo dell’intera débâcle potrebbe essere l’accelerazione degli sforzi delle autorità globali per regolare un’industria ancora troppo selvaggia. A dimostrazione dei buchi nei controlli, su Twitter sono emersi casi di utenti che sono riusciti a trasferire milioni di dollari detenuti su FTX comprando Nft.

(Otto Lanzavecchia su Formiche.net del 10-11/11/2022)

 
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