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Individui e istituzioni. Sei ‘cose’ che tornano poco: migrazioni, cryptovalute, narcotraffico, virus, guerra, energia
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Articolo di François-Marie Arouet
23 maggio 2022 12:22
 
Tra le tante cose che “funzionano a loro modo” grazie ad ambiguità, furbizia, perversione culturale ed economica, ce ne sono sei che abbiamo scelto di porre all’attenzione con le loro contraddizioni: migrazioni, cryptovalute, narcotraffico, virus, guerra, energia.

Migrazione. Siamo oltre 100 milioni di persone sradicate che vagano nel mondo (1). La “botta” finale è in corso dagli ucraini che fuggono dalla guerra d’invasione di Putin. Accoglienza all’altezza della situazione da parte di tutti gli Stati e di ogni opinione ma, in contrasto con l’accoglienza mista riservata a rifugiati provenienti da laltri teatri di guerra come Afghanistan (che “andava di moda” la scorsa estate) e Siria (che a parte Germania e Turchia per il transito coi soldi dell’Ue, non è mai andata di moda). Il pensiero che non siamo all’altezza, individuale ed istituzionale, della situazione, ci pervade.

Cryptovalute. Illusione di facili guadagni mista ad alto rischio di perdere tutto. Dopo il Bitcoin fioriscono a ripetizione (ci siamo “persi per strada” quella di Facebook/Meta), tutte con caratteristica di estrema volatilità e, come dice la presidente della Bce (banca centrale europea), Christine Lagarde “le criptovalute non valgono nulla, non si basano su nulla, non hanno alcun asset sottostante che serva da ancoraggio di sicurezza". Sulla scia di quanto deciso finalmente nei giorni scorsi dal G7 di Bonn per evitare che i danni in corso divengano maggiori (“è opportuna una stretta legislativa”), e in preparazione del lancio dell’euro digitale, che sarà coperto dalla Bce, e non dagli attuali imbonitori di turno . Ma vedremo, ché dal dire al fare, essendo in gioco interessi di vari “pirati” della finanza con solidi agganci, nulla si può dare per scontato.

Narcotraffico. Ce lo portiamo dietro come patrimonio da decenni, quando per le fregole ideologiche di un presidente Usa (Nixon) fu deciso di dare nuove materie prime alla delinquenza organizzata. Ci sono Paesi nel mondo (non ultimi Afghanistan , Venezuela e Messico ), grazie ad altrettanti Paesi di alto livello di consumi come Usa ed Europa, che muoiono meno di fame grazie a questo business. Narcotraffico significa destabilizzazione civica ed istituzionale, corruzione, mafie.. di fronte alle quali, per ora, si registrano solo alcune timide legalizzazioni (essenzialmente cannabis), di per sé poco incisive sui business principali delle mafie, fortemente in via di riorganizzazione con le droghe che continuano ad essere illegali.

Virus. Grossomodo superata la superficialità con cui abbiamo affrontato il covid sul nascere, continuiamo a non essere (soprattutto individualmente) all’altezza della situazione, con istituzioni abbastanza funzionanti nei Paesi ricchi e democratici come il nostro o autoritari come Cina, ma ancora precarie nel resto del mondo. Stiamo in queste settimane vivendo in una sorta di bolla salutistica “giocando” a “il virus non c’è più”, quando i numeri di infezioni, pur se diverse e meno letali rispetto alla primora, continuano ad essere alti. La comparsa del cosiddetto virus delle scimmie – probabilmente e a parte alcune cadute omofobe – ci sta servendo di lezione su come essere subito all’altezza della situazione.

Guerra. Viviamo in un Paese in cui grossomodo la metà di persone e del governo sostiene l’invasione di Putin, anche come onda lunga di politiche di difesa e prevenzione molto ideologiche (pacifismo) e poco pratiche, basate su visioni del mondo egoistiche che non vanno “oltre il proprio giardino”. Ma il nostro Paese e l’Europa è tra i principali nell’aiutare gli ucraini (migranti e stanziali), pur con la “défaillance” che al momento mostriamo per una delle più determinanti soluzioni al blocco dell’invasione (Ucraina in Ue). Guerra che, al pari e come conseguenza, ha e sta destabilizzando vita in generale ed economia in particolare e, rispetto alla quale, stiamo reagendo come se fossimo un Paese assistenziale come quelli scandinavi (in “salsa italiana”, ovviamente), piuttosto che cogliere occasione per uno scatto di iniziativa e imprenditorialità che i soldi europei ci consentirebbero.

Energia. Crisi precedente all’invasione di Putin, con quest’ultima si è aggravata e, al momento, reagiamo solo con fruizione dei vari sconti e bonus istituzionali ma con zero iniziative per fare quello che diciamo di volere: azzerare le fonti putiniane energetiche e fare da noi. A parte alcune deliranti proposte che ammazzerebbero quel poco equilibrio ambientale che ancora conserviamo e che sta peggiorando, a parte i viaggi col cappello in mano di nostri ministri per cercare altri fornitori, siamo in totale alto mare (burocrazia e non solo) per un fai da te (con supporto Ue) su cui avremmo diverse carte in regola nell’ambito delle politiche di Green Daily europee.

Sei “cose” che “funzionano” in questo modo e che modellano la nostra vita di cittadini, di utenti e di consumatori. Su cui, probabilmente, non abbiamo ancora approfondito e messo in atto come e cosa fare. Le ideologie valgono nulla, come – per esempio – il classico “l’Italia agli italiani” contro i migranti o gli scioperi contro la politica del governo sull’invasione di Putin. Se le applichiamo ci facciamo solo male.
Il mondo va altrimenti mentre per noi:
- 100 milioni di migranti passano anche dai nostri giardini e non rendiamo sufficientemente conto che sono al momento inarrestabili, e che dobbiamo convivere con loro;
- risparmi affidati ad avventurieri delle cryptovalute… senza informarsi prima e con aspettative da vincita alla lotteria;
- sicurezza affidata ad ideologie e corruttori che alimentano il narcotraffico, relegando i nostri piaceri a vizi perversi facendo finta che non esistano tabacco e alcool;
- virus che è meglio far finta finta che non ci siano, ignorando di esser fortunati a nascere dove siamo;
- guerra come videogioco o vezzo culturale concessoci dai cadaveri ucraini;
- energia che “intanto c’è”, poi “si vedrà”….

Ad ognuno le proprie riflessioni ed azioni.

1 – dati UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati)
 
 
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