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Alla larga dall'ingegneria finanziaria
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Editoriale di Alessandro Pedone
19 gennaio 2003 0:00
 
Mi ricordo un professore alla UCLA di Los Angeles che soleva precedere le cose importanti che aveva da dire con una frase che piu' o meno suonava cosi': "Se dovreste portavi a casa una sola cosa di quello che vi ho detto vorrei che questa fosse.".
Mi risuonava nella testa questa frase pochi giorni fa leggendo le disavventure di un nostro lettore avute con uno dei tanti prodotti dell'ingegneria finanziaria sfornati da un'azienda che ama definirsi "laboratorio di Finanza Personale" (mi riferisco a Trading Lab del gruppo Unicredit).
Parafrasando quel professore potrei dire: se, di tutte le informazioni contenute in questo sito che ci sforziamo di rendere sempre piu' ricco, dovreste ricordarvi solo un consiglio, vorrei che quel consiglio fosse questo:

Investite esclusivamente nelle cose che conoscete bene.

Sottolineo: bene. L'applicazione di questa semplice regola eviterebbe la stragrande maggioranza delle delusioni che regolarmente subiscono tutti coloro che non la rispettano.
Piuttosto che investire in qualcosa che non si conosce affondo e' preferibile non investire affatto o investire in una semplicissima obbligazione governativa oppure in un deposito.

Il corollario della regola precedente potrebbe essere: quando si tratta di investimenti, non fidatevi di nessuno, procedete molto gradualmente. Se ritenete di aver ben compreso il meccanismo di un investimento, fate prima qualche "esperimento", anche se questo puo' significare qualche piccolo costo aggiuntivo ed un (apparente) spreco di tempo.
Facciamo qualche esempio pratico: immaginiamo di avere 50.000 euro da investire ed aver studiato affondo il funzionamento degli ETF oppure dei titoli di stato francesi indicizzati all'inflazione (gli OAT-ei), dei quali abbiamo parlato molto bene anche su questo sito. Ci siamo fatti la convinzione che questi siano prodotti validi ma, fino ad oggi, abbiamo investito solo in titoli di stato italiani ed acquistato poche azioni ed un fondo comune di investimento.
La cosa piu' logica da fare, in questo caso, e' continuare ad investire la stragrande maggioranza dei 50.000 euro in titoli di stato italiano e dedicare una piccola percentuale (il 5 o 10% massimo) ai nuovi strumenti. Dopo una ragionevole esperienza si puo' sempre decidere di aumentarne il peso in portafoglio, magari usufruendo di nuova liquidita' da investire.

Se qualcuno ci propone un investimento che non abbiamo mai sperimento in prima persona e non c'e' il tempo per analizzarlo a fondo, la cosa da fare e' una sola: non aderire. Non importa se si spreca un'eventuale opportunita' di guadagno. Meglio un guadagno in meno che una delusione incalcolabile ed inaspettata in piu'.

Si tratta di semplice buonsenso, ma troppo spesso non viene applicato.

Esiste poi una fetta di investitori che i guai se li vanno proprio a cercare. Si tratta di una buona parte dei clienti di quel "laboratorio di finanza personale" di cui dicevamo all'inizio, ma il discorso vale per tutti i prodotti dell'ingegneria finanziaria destinati alla clientela non istituzionale. Mi riferisco in particolare al popolo dei Covered Warrant. Questi strumenti fanno perdere una bella fetta di denaro in modo un po' piu' subdolo dei vari "pacchi finanziari" a capitale garantito che imperversano oggi.
Le obbligazioni strutturate (i pacchi di cui sopra) sono prodotti rivolti a chi sa di non capirci nulla di finanza e quantomeno vuole garantirsi di non rimettere il capitale (in realta', molto spesso finisce per perderlo, in termini reali.). I prodotti come i covered warrant, invece, si rivolgono a chi e' convinto di essere un "maghetto della finanza". Le banche come Unicredit (in buonissima compagnia dei piu' importanti nomi della finanza mondiale, come CitiBank, SG, Deutsche Bank, ecc.) mettono in mano a questi poveretti dei prodotti costosissimi e molto complessi utilizzando i quali si hanno molte piu' probabilita' di perdere che di guadagnare, non solo per la loro complessita' ma anche per come sono strutturati. Nessun investitore istituzionale si avvicinerebbe mai a questi prodotti che sono invece congegnati per attrarre il piccolo risparmiatore ("laboratorio di finanza personale").
I siti dei produttori di questi marchingegni finanziari danno tutti largo spazio alla cosiddetta "educational", solleticando l'ego dei loro clienti, facendogli credere "che loro si' che sanno quello che fanno". In questo modo, questi poveretti si fanno del male con le loro stesse mani.

Anche se sappiamo benissimo che le nostre parole cadranno nel vuoto, vogliamo scriverlo lo stesso: non utilizzate mai Covered Warrant, neppure se siete convinti di conoscerli bene. Il fatto stesso di volerli utilizzare dimostra che non si e' compreso affondo il loro funzionamento.
Non provateci neppure.
Lasciate perdere.
 
 
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