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Obbligazioni pacco: l'ABI la smetta con le ipocrisie!
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Editoriale di Alessandro Pedone
20 dicembre 2002 0:00
 
Leggendo certi comunicati stampa, si rimanere allibiti. Non si sa se ridere o piangere. Lo scorso 18 dicembre l'ABI (l'associazione che riunisce le banche) ha diramato un comunicato dal titolo 'Banche: al via la mappa dei prodotti "a basso rischio"'. C'e' da ricordare che l'ABI e' l'associazione che riunisce le banche italiane. Le stesse banche che, prendendo a prestito le parole di Bruno Tabacci (presidente della Commissione Parlamentare Attivita' produttive), hanno perpetrato nel caso Cirio "una vera e propria truffa ai danni degli utenti trasferendo rischi, che erano bancari, sulle spalle dei risparmiatori ignari".
Il comunicato stampa dell'Abi annuncia la costituzione di un progetto per identificare i titoli che sono "veramente" (com'e' scritto nel comunicato) a basso rischio.
Belle lacrime di coccodrillo! L'ABI vuole forse far credere ai risparmiatori che gli operatori bancari non sapevano veramente della rischiosita' di certi titoli?

Piu' informazioni oggettive sono disponibili ai risparmiatori e meglio e', ma il punto e' un altro: gli utenti delle banche devono sapere che quando vanno allo sportello (cosi' come quando parlano con un promotore finanziario), dall'altra parte hanno un interlocutore che cerca, in primo luogo, di fare il proprio interesse. E' indispensabile prendere le decisioni basandosi sulle proprie conoscenze e diffidando sempre dai consigli (quasi sempre interessati) degli intermediari finanziari.

Che questo sia il punto dolente lo dimostra il finale del comunicato stampa dell'ABI:
"L'iniziativa dell'ABI e' l'inizio di un processo che intende arrivare ad una forte facilitazione delle modalita' di dialogo tra intermediari e clientela, soprattutto per far comprendere la relazione tra rischio e rendimento degli investimenti. E' obiettivo comune di risparmiatori e banche ottimizzare le scelte di portafoglio dei primi. Questo obiettivo non puo' che passare per lo sviluppo di relazioni piu' efficaci e profonde tra banche e clientela nell'ambito di un rinnovato rapporto di fiducia."

E qui l'ipocrisia non ha limiti! Questi signori sono gli stessi che non hanno esitato un attimo a trasferire i propri rischi sui clienti. Sono gli stessi che fanno firmare inconsapevolmente ai propri clienti la dichiarazione di non voler dichiarare il proprio profilo di rischio. Questa sarebbe un esempio di "facilitazione delle modalita' di dialogo". Il dialogo tipico dello sportellista bancario e': "prego, firmi qui", porgendo un bel modulo in bianco.
 
 
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