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'La spinta gentile'. Come consigliare gli investitori finanziari
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Editoriale di Alessandro Pedone
1 dicembre 2010 16:46
 
Lo scorso 30 novembre ho partecipato ad un interessante convegno, promosso dall'Associazione Disiano Preite, dalla Consob e dalla Carefin-Bocconi su "Scelte di investimento e regole di tutela: il ruolo della Finanza Comportamentale tra economia, psicologia e diritto".
Sono stato piacevolmente colpito dal fatto che, finalmente, anche nelle stanze ovattate della Consob s'inizia, quantomeno, a comprendere come il presupposto teorico sulla base del quale si sono costruite tutte le regole di tutela degli investitori, ha fondamenta estremamente fragili.
Banalizzando al massimo, infatti, si è sempre ritenuto che la tutela degli investitori dovesse passare prima di tutto dalla c.d. "disclosure": la comunicazione all'investitore di tutte le informazioni rilevanti per compiere scelte d'investimento consapevoli. Il presupposto è che l'investitore sia razionale, quindi se correttamente informato prenderà le scelte migliori. Peccato che é dimostrato come il presupposto sia errato.
Punto primo: l'investitore è tutt'altro che razionale. Punto secondo: nella pratica, questo approccio si traduce in una mole enorme di carta che nessuno leggerà mai.

Nel convegno hanno fatto piacevolmente eco le tesi di Thaler e Sunstein sul concetto di "spinta gentile". Thaler è un economista americano che ha dato un contributo importante alla finanza comportamentale. La tesi di base della finanza comportamentale è che gli investitori, nel compiere le scelte d'investimento, sono soggetti ad una serie di errori mentali ineliminabili (ancoraggio mentale, conti mentali, eccesso di fiducia, ecc. ecc.). Nel loro fortunato libro "Nudge: Improving Decisions About Health, Wealth, and Happiness", Thaler e Sunstein sostengono che il modo miglior per agevolare le scelte economiche dei cittadini è di promuovere "trucchetti" o "pungoli" che sfruttino gli "errori mentali" degli esseri umani a loro vantaggio e non a loro svantaggio.

Nel campo delle scelte d'investimento uno dei "trucchetti" più utili, ad avviso di chi scrive, consiste nella "scelta standard". Le autorità di vigilanza (Consob, Banca d'Italia, ISVAP, Covip) dovrebbero formulare delle scelte standard per le più comuni esigenze di investimento e protezione dei risparmi.
L'investitore dovrebbe essere informato dall'intermediario finanziario, prima di tutto della scelta standard, mentre le eventuali altre proposte dovrebbero essere illustrate prima di tutto in termini di differenze rispetto alla scelta standard.

Prospettare all'investitore, la scelta standard "spinge gentilmente" l'investitore inesperto verso un'opzione che difficilmente potrà recargli dei danni. Probabilmente non sarà l'opzione migliore in assoluto, ma dovrebbe essere -ragionevolmente- una scelta prudente ed esente da rischi facilmente eliminabili. Si tratta di un approccio attivo alla tutela degli investitori che rappresenterebbe un cambio epocale nella politica delle autorità di vigilanza.
 
 
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