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A chi affidarmi e per che cosa?
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Lettera 
19 febbraio 2003 0:00
 
La ringrazio per la Sua premura e chiarezza d'esposizione. Innanzitutto la prima domanda: ma a chi affidarmi(le solite banche) per comperare un fondo indice(o passivi)? la seconda riguarda la mia situazione patrimoniale: 130.000 euro investiti da Settembre 2000 in una Gpf(50% azioni/50% obbligazioni) fino ad ottobre 2002, risultato a tutt'oggi 89.000 euro. Sono un dipendente pubblico con capacita' di risparmio di 500 euro mensili, 45 anni, celibe, vivo in appartamento di proprieta' dei genitori e conto ormai di restarci, figlio unico, nessuna spesa di rilievo a venire. Terza risposta: ad ottobre2002, dopo mia protesta con lettera ufficiale indirizzata alla societa' di gestione del Credit Suisse e lettera al promotore, questi mi ha consigliato una Gestione in fondi a capitale protetto, che a tutt'oggi(ottobre 2002-febbraio 2003), non si e' mossa per niente, per difendere il capitale rimasto(cosi dal suo dire). Sulla questione della consulenza indipendente, meglio lasci perdere. Meglio non mi avventuri in altre consulenze(bancarie e non), tanto ognuno, fa i propri interessi, meno che i tuoi. Attualmente il capitale da reimpiegare per recuperare almeno parte del capitale tramite(non so).. e' di 103.000 euro.
In attesa porgo distinti saluti.

Risposta:
Veniamo, rapidamente, alle risposte alle sue domande: 1) I fondi indice, a gestione passiva, si acquistano naturalmente presso le banche. Gli ETF, in particolare, sono negoziati nelle borse internazionali come qualsiasi azione. Ci sono poi fondi comuni aperti indicizzati (non negoziati, come azioni, quindi) con commissioni leggermente piu' alte ma piu' contenute di quelli dichiarati a gestione attiva che hanno il vantaggio di non dover prestare attenzione alla differenza fra valore del fondo (NAV) e prezzo di mercato.
2) La descrizione sommaria della sua situazione mi fornisce un quadro un po' piu' preciso. Si puo' capire, ad esempio, che la sua capacita' teorica di assumere rischi finanziari sia piuttosto elevata. La sua capacita' di risparmio, in particolare, se bene gestita, puo' fornire certamente soddisfazioni.
A questo punto, manca la parte piu' importante, che ovviamente non puo' essere fatta per posta elettronica, cioe' comprendere la sua propensione al rischio finanziario, i suoi reali obiettivi finanziari e, in generale, l'aspetto psicologico dell'investimento.
Dai soli dati che ci ha fornito, possiamo desumera, ad esempio che l'idea di passare ad una gestione a capitale protetto, si traduce in un vantaggio per la banca ma non certo per lei. La gestione le costa una cifra che oscilla fra i 1.500¤ ed i 3.000¤ all'anno.
Da quello che ci scrive si comprende che non ha affatto compreso il tipo di investimento (evidentemente il promotore non e' stato sufficientemente chiaro) e non si intravede nessuna strategia.
Al momento la sua situazione, come quella di moltissimi risparmiatori, e' quella di pagare profumatamente per la gestione dei suoi risparmi senza avere una vera gestione degli stessi.
3) Per quanto riguarda i consulenti di investimento indipendenti, la sua affermazione che "tanto tutti fanno i propri interessi" e' un po' contradditoria. Evidentemente se paga direttamente un professionista, il solo interesse del professionista e' quello di rendere un servizio al proprio cliente dal quale e' pagato. Ovviamente, se questa persona e' pagato sottobanco da altre banche, si tratta di un ciarlatano. In questi giorni, d'altra parte, si puo' vedere che perfino nel mondo della medicina la corruzione e' all'ordine del giorno.
Se lei ritiene di avere le capacita' per fare da solo, puo' permettersi di non correre rischi. Altrimenti l'alternativa e' fra rimanere nella situazione attuale o affidarsi ad un professionista, cercando di sceglierlo con attenzione. Da quello che ci ha scritto, riteniamo che sia nel suo interesse farsi seguire da un vero professionista indipendente.
 
 
 
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