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Come recuperare parte dei risparmi persi affidati ad una grossa banca estera?
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Lettera 
15 febbraio 2003 0:00
 
Egregio Dott. Pedone, seguo con interesse la Sua rubrica d'investimenti sull'Aduc. Le desidero chiedere, senza troppo dilungarmi, un Suo consiglio, su come posso recuperare parte dei risparmi persi affidati, ahime', al risparmio gestito di una grossa banca straniera.
Premetto che, su consiglio del promotore, ero investito su una Gpf bilanciata(azionaria al 50% e 50%obbligazionaria). Dopo tre anni, mi ritrovo con perdite del 40% dall'inizio dell'investimento. Solo adesso ho capito, di aver fatto la scelta sbagliata. Dove posso collocare, ora quanto rimasto? Forse in immobili, oro, arte, obbligazioni, buoni postali, titoli di stato? Di consigli ne sento tutti i giorni, ognuno penso per proprio interesse. Nell'ultimo numero, consiglia di stare alla larga dal risparmio gestito e di fare da soli, investendo in fondi passivi, ma forse, con remunerazioni altrettanto basse. O debbo rimanere sui fondi azionari scegliendo quelli, con l'aiuto di un consulente indipendente, non delle banche, migliori dal punto di vista delle commissioni e stabilita' di performance?
Ringrazio e un saluto di buon lavoro.

Risposta:
prima di tutto voglio ringraziarla per l'interessante domanda.
Una risposta compiuta richiederebbe moltissimo spazio ma proviamo a rispondere succintamente.
Una perdita del 40% su un GPF bilanciata effettivamente e' un po' eccessiva. Negli ultimi tre anni, l'indice mondiale azionario ha perso il 52% circa. Cio' significa che la sua componente azionaria avrebbe dovuto perdere circa la meta' e che la componente obbligazionaria avrebbe dovuto guadagnare circa un 5/7% (cioe' la meta' del guadagno dell'indice mondiale delle obbligazioni). La somma dei due fattori dovrebbe portare ad una perdita ben inferiore.
A conti fatti, se da queste performance detrae un 3/4% annuo di costi si rende conto del perche' la sua gestione ha fatto peggio del mercato per circa il 10/15% nei tre anni.
Ecco perche' poniamo molta enfasi sui fondi indici. Ridurre i costi e' strategico.
I fondi passivi non hanno affatto performance peggiori di quelli attivi.
Il rischio ed i rendimenti dei fondi indici (o passivi) sono esattamente quelli dei mercati di riferimento. Un fondo indice sull'eurostoxx 50, ad esempio, ha un rischio ed un rendimento identico a quello dell'indice eurostoxx 50 (cioe' le 50 principali aziende europee). La media dei fondi della categoria "azionari europei" avra' una performance ed un rischio, anch'esso simile, a questo indice (sebbene vi siano indici piu' rappresentativi) ma con costi molto piu' alti. Quindi il rendimento netto, mediamente, sara' superiore per i fondi indici che non per i fondi gestiti attivamente.
Vi e' un bellissimo articolo del premio nobel W. Sharpe su questo tema che dimostra con l'uso della matematica elementare (somma e sottrazione) come la gestione passiva e' sicuramente piu' redditizzia rispetto alla gestione attiva. Non vi e' dubbio su questo fronte.
Ma la sua domanda e' molto piu' articolata. Lei ci chiede dove investire la restante parte dei suoi investimenti.
E' impossibile dare una risposta serie e professionale a questa domanda non conoscendo in dettaglio la situazione del complesso del suo patrimonio, dei suoi redditi e della sua situazione personale (eta', professione, situazione famigliare, ecc).
Devo limitarmi ad consigliare cosa evitare. Ad esempio e' assolutamente da evitare il fatto di vendere azionario per comprare tipologie di invesimenti che hanno gia' corso molto (come l'oro, gli immobili o il mercato obbligazionario).
Sono assolutamente da evitare i prodotti estremamente costosi e ingessanti come gli strumenti a capitale garantito.
Veniamo alla domanda sui consulenti di investimento indipendenti. Per prima cosa, la devo avvertire che la mia professione princiapale e' esattamente quella di pianificatore finanziario indipendente, quindi consideri questo dato oggettivo nel valutare questa parte della mia risposta. Se ha la fortuna di conoscere un consulente di investimento indipendente (ce ne sono pochissimi in Italia, specialmente in rapporto alle decine di migliaia di promotori finanziari, che sono invece degli agenti di commercio delle banche) valuti con molta attenzione la possibilita' di avvalersi del suo supporto professionale.
Questa professione non e' regolamentata in italia e chiunque puo' presentarsi come consulente di investimento indipendente.
Se quello che incontra e' veramente bravo e' un'ottima cosa. Se e' un ciarlatano puo' contribuire notevolmente a rovinare il suo gia' disastrato portafoglio.
Il mio consiglio e' quello di fare moltissime domande sulla sua formazione, sulle eventuali associazioni alla quale e' iscritto (e magari poi verificare che sia iscritto veramente telefonando direttamente all'associazione), sulle referenze che ha, ecc.
Diffidi, in particolare, da chi ritiene di poter consigliare questo o quel titolo o fa discorsi circa il probabile andamento del mercato azionario nel breve termine.
Un buon consulente di investimento fa molte domande sulla sua situazione patrimoniale e personale, sui suoi redditi, sulle sue spese (ordinarie e straordinarie), ecc.
Come servizio aggiuntivo, se lo desidera, possiamo contattare via e-mail il consulente di investimento indipendente che sta valutando per assicurarsi che abbia la professionalita' necessaria per darle dei consigli validi.
Cordiali saluti
 
 
 
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