testata ADUC
Ho fatto male a riscattare la polizza?
Scarica e stampa il PDF
Lettera 
14 giugno 2003 0:00
 
Egregi Signori, la domanda che vorrei porvi riguarda le polizze.
Ho disinvestito una polizza Previcap AXA sottoscritta nel 1998, premio annuo 2.000 euro, portata a riduzione nel 2000 (pagate 5 annualita') scadenza 2011. Tasso tecnico 4%.
L'importo del riscatto e' 8.000 euro circa.
Ora l'Axa mi scrive comunicandomi che se avessi lasciato i soldi versarti sino a scadenza avrei percepito una rendita certa del 4%.
Facendo dei calcoli secondo quanto sopra, a scadenza avrei dovuto avere un capitale pari a 18.630 contro un versato di 11.636.
E' possibile?
Grazie e buon lavoro

Risposta:
per darle una risposta esauriente, occorrerebbe conoscere altri importanti dettagli del contratto da lei sottoscritto. In particolare sarebbe necessario sapere il rendimento della gestione separata e l'aliquota di retrocessione; tutti questi tecnicismi li trova esposti sulla nota informativa e sul cotratto della polizza sottoscritta.
Comunque, il calcolo del capitale a scadenza, nell'ipotesi che avesse continuato a mantenere il contratto e', sulla base degli elementi conoscitivi che emergono dalla sua lettera, abbastanza corretto.
Il punto certo e' che col riscatto ha avuto una perdita notevole sul premio complessivamente versato, dovuto in parte ai costi commerciali subito (che hanno decurtato il capitale investito nella gestione assicurativa speciale) ed in parte alle penalizzazioni previste in caso di riscatto.
Forse avrebbe fatto meglio a tenere la polizza ridotta fino alla scadenza, se non aveva urgente bisogno di questi soldi.
Un altro aspetto che volevo sottolineare riguarda la motivazione alla sottoscrizione della polizza. Intendo dire, per quale motivo nel 1998 lei ha voluto sottoscrivere tale contratto?
La polizza assicurativa va sottoscritta se alla base c'e' un rischio che si vuole trasferire alla compagnia. Questo rischio, nelle polizze del ramo vita, puo' riguardare la probabilita' di vivere troppo a lungo e di non avere le risorse necessarie al mantenimento del proprio tenore di vita (leggasi: previdenza integrativa); ovvero quello di vivere troppo poco, o di andare incontro ad infortuni ed invalidita', lasciando la propria famiglia o se stessi privi dell'unica fonte di reddito (leggasi: polizze di puro rischio e di invalidita'). A mio avviso, se non sussistono queste ipotesi, non andrebbe neanche considerata la possibilita' di sottoscrivere un contratto assicurativo.
In conclusione, la polizza assicurativa non puo'sottoscriversi confidando nella possibilita' di alti rendimenti, ne' spinti dall'onda emotiva, magari a causa di un agente e/o promotore finanziario commercialmente aggressivo, poiche' risulta difficile recuperare nel breve termine il proprio capitale. La polizza non e' uno strumento liquido. Nel suo caso, come dicevo all'inizio, avrebbe fatto meglio a tenerlo fino alla scadenza, anche perche' avendolo portato in riduzione non era tenuta a versare piu' nessun premio.
------------.
Ha risposto Francesco Gurrieri
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS