Spett.le Aduc, ero titolare di un libretto postale Smart che ho poi
deciso di chiudere, dati gli interessi ridicoli a fronte della recente
impennata dell'inflazione. Mi sono recato presso l'ufficio postale
alla prima data utile all'inizio dell'anno (02/01) per disporre
l'estinzione del libretto, evitando fra l'altro di dover pagare
l'imposta di bollo anche per l'anno in corso. Mi sono sentito
rispondere che la chiusura non era possibile fino alla metà di
gennaio, in quanto erano ancora in corso i conteggi degli interessi al
31/12/22 sulle somme depositate (interessi che nel mio caso
ammontavano a ben 0,01€). Ho dovuto quindi fissare un nuovo
appuntamento per il 16/01, e dopo aver pazientemente atteso il mio
turno, di nuovo l'impiegata allo sportello mi ha detto che il sistema
non consentiva la chiusura, causa conteggio interessi. Nonostante le
proteste, ho dovuto rassegnarmi a tornare una terza volta, e la
chiusura è slittata alla fine di gennaio. Tutto ciò nonostante nelle
Condizioni Generali di Contratto è scritto chiaramente all'ART. 11
comma 4: "il Cliente ha facoltà di recedere dal Contratto in qualsiasi
momento", senza che siano specificati motivi di esclusione o
limitazioni temporali di alcun genere. Preciso che la chiusura non è
possibile da remoto, ma va richiesta necessariamente allo sportello.
Al di là del fatto che suoni ridicolo che un operatore finanziario
(chiamarli banca è una parola grossa) impieghi settimane per
completare il calcolo degli interessi (operazione che richiede la
conoscenza dell'aritmetica di base delle elementari), questo non può
in alcun modo giustificare l'interruzione di un servizio disciplinato
da un contratto sottoscritto da due parti, causando un disagio al
cliente. Si tratta quindi di una palese inadempienza contrattuale, per
cui ho presentato formale reclamo chiedendo un risarcimento
forfettario di 100,00€, che tiene conto del disagio arrecato per i
permessi e il tempo perso nelle ben due occasioni in cui mi sono
recato alle Poste a vuoto, oltre che - in misura minore - per il
ritardo nel rientrare in possesso del saldo e per l'addebito
dell'imposta di bollo per il mese di gennaio. Si sono limitati a
rispondere con sufficienza che il libretto risulta chiuso al 30/01,
con delle striminzite scuse per il disagio subito, di cui francamente
non so cosa farmene. Penso che l'arroganza che dimostrano, violando
sfacciatamente i diritti del cliente stabiliti dalle condizioni di
contratto e rifiutando di risponderne, non possa rimanere impunita,
per cui vorrei chiedervi conferma se debba procedere con un ricorso
all'ABF e se l'indennizzo quantificato in 100,00€ sia congruo, o se la
valutazione del danno vada lasciata all'arbitro. Grazie per ogni
consiglio e cordiali saluti.
Federico, dalla provincia di MI
Risposta: visti gli importi in gioco, è meramente una battaglia di principio che può tentare di portare avanti attraverso l'ABF, consapevole del fatto che i suoi pronunciamenti non sono vincolanti come quelle del giudice e che se l'intermediario no vi adempie, ne viene data notizia sul sito dell'ABF.