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Lettera di un ex cliente di Banca121
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Lettera 
28 maggio 2003 0:00
 
Vi allego la lettera che ho inviato alla Banca 121, in cui descrivo una sintesi di quanto accadutomi.

"Con la presente voglio riassumervi la nefasta conclusione del mio rapporto con la Banca121, ex banca del Salento, iniziato nel lontano 1996.
A quei tempi ero molto soddisfatto dei servizi offerti dalla banca, poiche' era oltremodo innovativa, efficiente, soprattutto per la valida consulenza dei suoi promotori, soddisfacente, poiche' ogni problema era prontamente risolto e, se qualche volta succedeva qualche piccolo inconveniente, a cio' non si dava molta importanza poiche' accadeva raramente e si poteva tollerare.
I problemi sono iniziati con la fusione con la Banca Monte Paschi di Siena. Come cliente della B121 la ritengo una fusione anomala, poiche' credevo che la fusione dovesse comportare solo il cambio di nome e qualche aggiustamento organizzativo, ma non la chiusura degli sportelli. Com'era ovvio che succedesse, al panico iniziale e' subentrata la rabbia; come ha potuto una banca trattare i propri clienti in una maniera a dir poco oscena dopo anni di fedelta' e di fiducia. Ma ahime', la storia insegna che al popolo bue nulla e' dovuto e la B121 non e' stata da meno e, con un virtuosismo tutto bancario ha operato il trasformismo ai danni dei propri clienti. Eppure, sarebbe bastato che la subentrante Banca Monte Paschi di Siena, avesse mantenuto traccia dei nostri conti e non farmi sentire un estraneo in quella che fino a ieri era la mia banca ove operavano persone che conoscevo e delle quali mi fidato e che, improvvisamente come una sorta di stupido plagio collettivo, sono diventate anch'esse estranee e indifferenti alle mie proteste.
In ogni modo, poiche' operavo tramite internet, sono riuscito a limitare i disagi per la mancanza degli sportelli, ma ormai la fiducia verso la 121, era venuta meno.
Infatti, con lettera raccomandata del 6/5/2003, v'imponevo la chiusura dei dossier titoli collegati al mio conto.
A questo punto accade una cosa strana. Collegandomi in rete per controllare il mio conto, m'accorgo che in data 9/5/2003 e' stato eseguito un ordine d'acquisto per n° 160 azioni della STMicroelectronics e quindi, con valuta 14/5/2003, sono prelevate dal mio conto 3.011, 81 euro.
Come mai quest'acquisto per un ordine che non ho mai dato?
Come potevo dare un ordine d'acquisto per un importo di 3.011, 81 euro, se sul mio conto, in data 9/5/2003 c'era una cifra inferiore?
Come potevo dare un ordine d'acquisto, se con la raccomandata del 6/5/2003, v'ingiungevo di chiudere i dossier titoli?
Non vi pare un non senso tutto questo?
Chiamato il call center in data 14/5/2003, questi mi comunicavano che l'ordine era stato impartito tramite un operatore. Alla mia contestazione del mio presunto ordine, mi rispondevano che avrebbero controllato le registrazioni. Ancora oggi, sono in attesa di sapere qualcosa a riguardo, e che io conosco gia' poiche' sono piu' che sicuro delle mie azioni. Il mio promotore finanziario, anch'esso investito della vicenda mi consola dicendomi di avere pazienza (sich).
La mia pazienza e' durata fino a ieri 21/5/2003, inviandovi la raccomandata in cui vi chiedo l'immediata chiusura del conto e il ripristino della mia situazione contabile precedente all'acquisto delle azioni da voi effettuate senza la mia autorizzazione.
Contestualmente, vi sollecito oltre alla riparazione di cui sopra, anche l'accredito di 20 euro, riferiti all'addebito mensile da voi operato di 5 euro mensili da luglio 2002 a settembre 2002 per canone mensile che non vi dovevo, poiche' all'epoca ero titolare di una gestione patrimoniale. Addebito che vi e' stato piu' volte contestato, finora senza risultato.
Conclusione: Poiche' avete dimostrato di non aver alcun riguardo nei miei confronti, giocando con il mio tempo e il mio denaro, attendero' la fine del mese per una definizione favorevole. Perdurando il vostro silenzio e la vostra inerzia, sollecitero' come prima istanza, l'Ombudsman Bancario e se necessario adire le vie legali.
Inoltre interessero' della faccenda i comitati dei consumatori e, se lo rinterrano opportuno, "Mi manda Rai3 e "Striscia la notizia" Grazie e Saluti".
Questa mia lamentela si aggiungera' sicuramente alle altre, e credo che Rimarra' uno sfogo amaro poiche' impotente di fronte all'arroganza sfacciata di una banca che continua a vessare i suoi clienti.
Vi chiedo: e' mai possibile che tutto cio' gli sia permesso?
Possibile che attraverso la vostra associazione non si riesca a a trovare un appiglio giuridico che li porti allo scoperto e giudicati per il loro malsano operato che sta depauperando il risparmio di tante famiglie?
E' gradito un vostro parere.
Saluti.

Risposta:
pubblichiamo volentieri la sua lettera di "sfogo".
Francamente riteniamo che una banca abbia tutto il diritto di fondersi e razionalizzare gli sportelli e piu' in generale decidere la sua politica commerciale.
Crediamo altresi' che i clienti debbano esercitare molto meglio il loro potere di scegliere, che e' il loro vero potere. Quando una banca disattende le proprie aspettative si deve cambiare.
Diverso, ovviamente, e' il problema dell'operazione "non fatta".
Su questo si deve arrivare ad una definizione dell'errore in tempi brevi.
La banca deve produrre la documentazione che attesti l'avvenuto ordine o deve annullarlo a tutti gli effetti.
 
 
 
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