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Ma perche’ nessuno aveva individuato la “bolla”?
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Lettera 
18 giugno 2003 0:00
 
Gentile redazione di "aduc", seguo da qualche tempo gli articoli del vostro sito e, debbo dire, sono rimasto favorevolmente colpito dai pareri schietti e controcorrente che spesso esprimete nei confronti del sedicente risparmio gestito.
Per passione e cultura generale leggo, quando posso, testi di economia ed investimenti, oltre a qualche settimanale e, credetemi, non e'facile trovare una sola voce fuori dal coro; che non tessa cioe'le lodi di questo o quel prodotto, adducendo, quasi sempre, motivi puramente propagandistici, ma privi quasi regolarmente di qualsiasi fondamento e soprattutto lungi dal dimostrarne l'efficienza ed efficacia, oltre alle alternative.
Non vado oltre.... come si dice a buon intenditor..
L'opinione che vorrei avere e'la seguente: e'possibile, secondo voi, che semplicemente analizzando quegli indicatori azionari di pubblico dominio come p/e peg ros roe... etc, che fanno bella vista su tutti le testate economiche, nessuno, dico nessuno: economisti, analisti e cosidetti esperti abbiano potuto non riconoscere il nascere ed il consolidarsi di una bolla speculativa come quella in cui effetti stiamo ancora vivendo?
Salvo poi a pubblicare, a posteriori, ovviamente, decine di libri sulla "follia delle masse" come alternativa letteraria ai prodotti a capitale protetto.
Sperando in una vostra risposta vi saluto e ringrazio con l'invito a continuare su questa strada.

Risposta:
la sua domanda, per un libero professionista che si occupa di patrimoni individuali e che lavora quotidianamente con gli strumenti finanziari, e' di quelle stimolanti.
Si potrebbe scatenare una diatriba infinita sulla prevedibilita' o meno dei mercati finanziari, ma la questione ci porterebbe veramente troppo lontano.
L'opinione di chi scrive e' che i mercati siano efficienti a livello informativo (secondo la definizione del famoso economista E. Fama, cio' significa che tutte le informazioni disponibili sul mercato come quelle che lei ha indicato, sono riflesse nei prezzi del mercato), ma che gli operatori commettono degli errori nella valutazione di queste informazioni a causa della psicologia degli operatori stessi. In sintesi si potrebbe dire che i mercati finanziari sono al tempo stesso: efficienti (tecnicamente) e irrazionali (nella sostanza delle valutazioni).
Durante il periodo della bolla finanziaria non tutti gli operatori si erano fatti prendere dall'euforia. Lo stesso Greenspan aveva parlato tanto tempo prima di euforia irrazionale, ma i mercati finanziari avevano continuato la loro folle corsa a causa di valutazioni che si sono rivelate, poi, del tutto sbagliate. Un famoso economista di nome Shiller, ha scritto un libro, prima dello scoppio della bolla, dicendo che le valutazioni erano dettate solo da "euforia irrazionale", come aveva detto Greenspan.
Il problema e' che i prezzi delle azioni salgono e scendono non tanto in funzione dei dati oggettivi conosciuti, quanto delle valutazioni su cosa potra' accadere in futuro. Queste valutazioni sono fortissimamente influenzate dagli "umori", dal "sentiment" degli operatori, poiche' il futuro e' di per se insondabile e quindi qualsiasi valutazione circa il futuro puo' essere sostenuta con un po' di numeri.
 
 
 
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