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Tassazione degli ETF
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Lettera 
17 aprile 2003 0:00
 
Egr. Dr. Pedone, Avrei deciso di investire sui famigerati ETF di cui si inizia a parlare sempre piu' spesso.
Tuttavia non ho ancora capito come sono considerati sotto l'aspetto fiscale.
Sono considerati fondi comuni o a tutti gli effetti azioni?
Se compro all'Amex l'Etf qqq o Dia o Iwv che tasse pago? E se invece compro e rivendo quelli quotati in Italia (anche se piu' cari) vale lo stesso trattamento fiscale?
La ringrazio anticipatamente per la risposta che credo interessera' anche altri lettori.

Risposta:
Bella domanda! La questione e' leggermente complicata, se vogliamo scendere nel dettaglio. Se vogliamo semplificarla possiamo rispondere in modo breve nel seguente modo.
Tutti gli ETF italiani o armonizzati, dal punto di vista fiscale, sono simili alle azioni: si paga il 12,5% sul guadagno. Punto e basta.
Se vogliamo essere un po' piu' precisi, e necessariamente complicati. Si deve rispondere cosi'.
Gli ETF hanno la duplice veste di fondo comune e di azione. Vengono scambiati come azioni, ma "di fatto" sono dei fondi. Quindi e' importante comprendere la natura giuridica del fondo.
Il caso piu' semplice e' quello degli ETF di diritto italiano. Tutte le imposte sono prelevate in capo al fondo. I proventi conseguiti dai sottoscrittori che non esercitano attivita' di impresa non sono imponibili e non c'e' nessuna indicazione del provento nel modello UNICO.
Alle plusvalenze/minusvalenze (capital gain) realizzate in sede di negoziazione l'intermediario presso cui e' gestito il dossier titoli dell'investitore applica il regime del risparmio amministrato qualora sia rilasciata apposita opzione da parte del cliente (aliquota del 12,5%).
Quindi, sia il dividendo che l'ETF stacca (provento), sia il guadagno/perdita derivante dalla compravendita hanno un'imposizione del 12,5% senza che l'investitore debba fare assolutamente niente. L'ETF, dal punto di vista fiscale, segue lo stesso trattamento di un'azione.
Poi vi e' il caso di ETF armonizzati. In questo caso i proventi subiscono una ritenuta del 12,5% a titolo d'imposta al momento della percezione degli stessi. Nessuna indicazione del provento sul modello UNICO, ma solo se il provento e' stato assoggettato a ritenuta (cioe' se si ha il risparmio amministrato), altrimenti va inserito nel quadro RM. Stesso trattamento per il capital gain.
Il caso piu' complicato e' quello relativo agli ETF non armonizzati. Si tratta di tutti quelli quotati all'Amex, ad esempio (tutte le sigle che ha citato nella sua domanda).
In questo caso, i proventi di capitale (proventi periodici e delta NAV) concorrono a formare il reddito imponibile del sottoscrittore e sono assoggettati alla tassazione progressiva IRPEF (indicazione del provento nel modello UNICO Quadro RI).
Il soggetto incaricato del collocamento in Italia preleva una ritenuta del 12,5% (sempre a titolo di acconto) sui proventi periodici e sui redditi di capitale compresi nella differenza tra il prezzo di riscatto (o vendita) ed il prezzo di sottoscrizione (o acquisto).
Alle plusvalenze/minusvalenze realizzate in sede di negoziazione si applica lo stesso regime fiscale previsto per gli ETF armonizzati.
Cerchiamo di essere un po' piu' semplici. In pratica, oltre a dover portare in dichiarazione dei redditi i dividendi (proventi periodici) al momento della vendita, in caso di guadagno, si deve calcolare quanta parte di questo guadagno e' derivato dall'incremento del valore del fondo (NAV) e quanta parte (che sara' residuale) dalla differenza fra prezzo di acquisto/vendita e NAV nel momento di acquisto/vendita. Facciamo un esempio. Ipotizziamo che si acquisti un ETF a 100¤ e che, per semplicita', nel momento di acquisto il valore del fondo era veramente 100¤ precise.
Se questo ETF (non armonizzato) stacca un dividendo di 2¤, questo me lo porto in dichiarazione dei redditi. Se lo vendo a 110, mentre il valore del NAV, ad esempio, era 109,5 succeder' che porto in dichiarazione dei redditi un guadagno di 9,5 mentre su 0,5 pago il 12,5%.
 
 
 
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