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Conclusioni dell'Audizione informale Consob sulla proposta di legge per gli analisti finanziari
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22 maggio 2003 0:00
 
"Gli studi svolgono un ruolo crescente nella determinazione delle scelte d'investimento. Ne deriva la necessita' di sottoporli a sorveglianza per evitare effetti distorsivi sul mercato. Su tale punto vi e' ampio consenso da parte delle autorita' di vigilanza. La proposta dell'On. Lettieri e' volta ad introdurre nel quadro legislativo italiano la figura dell'analista, accogliendo una esigenza diffusa e gia' segnalata piu' volte dalla Consob. Anche la relazione finale della Commissione di Studio presieduta dal Prof. Galgano sulla trasparenza delle societa' quotate istituita dal Ministero dell'Economia, ha sottolineato come sia importante ricomprendere espressamente gli analisti finanziari tra i soggetti vigilati.
Le regole volte a garantire la qualificazione professionale e l'onorabilita' degli analisti, su cui si incentra la proposta, sono pero' solo uno degli strumenti a disposizione per disciplinare il fenomeno degli studi. Nelle iniziative di riforma in atto in alcuni Paesi (Usa e Francia) e a livello internazionale, le misure volte a migliorare l'affidabilita' degli analisti, sono inserite in un disegno piu' generale che affronta i problemi legati alla presenza di conflitti di interessi con l'obiettivo di assicurare adeguate condizioni di correttezza nella presentazione degli studi e nella loro diffusione al mercato. Il contenuto della proposta dell'On. Lettieri offre un utile spunto per alcune riflessioni su due punti: l'ambito di applicazione e la definizione dei requisiti professionali.
Riguardo al primo punto, l'inclusione degli analisti ''occasionali'' e delle attivita' di analisi non indirizzate a proposte operative non appare del tutto in linea con la direttiva sugli abusi di mercato e con le esperienze degli altri Paesi. Va inoltre osservato che una definizione cosi' ampia porrebbe problemi riguardo all'efficacia dell'azione di sorveglianza. Riguardo al secondo punto, appare condivisibile il rinvio della definizione dei requisiti professionali ad una regolamentazione di secondo livello, per consentire la necessaria flessibilita' e adattabilita' alle mutevoli esigenze e caratteristiche del mercato, valorizzando la concreta esperienza delle autorita' di vigilanza, degli organismi di mercato e delle associazioni di categoria. In questo campo, la normativa (italiana e internazionale) non appare ancora consolidata; il rinvio alla normativa secondaria consentirebbe quindi di tenere in considerazione anche l'evoluzione delle norme internazionali (Direttiva sugli Abusi di Mercato e standard IOSCO), le normative in corso di approvazione nei singoli Paesi, il quadro regolamentare delineato dalla Consob e le iniziative di autoregolamentazione.
Si tratta peraltro di un approccio coerente con il metodo adottato per le direttive europee secondo il rapporto Lamfalussy. Si sottolinea come, accanto alla qualita' delle norme, sia necessario assicurare che le sanzioni per la loro inosservanza e la pubblicita' a cui sono sottoposte dette sanzioni siano elementi essenziali per il raggiungimento di livelli di regolamentazione efficaci. Anche su tali aspetti dovra' quindi qualificarsi la definizione di un quadro complessivo di regolamentazione del fenomeno degli studi capace di rispondere alle esigenze di qualita' del mercato e di tutela degli investitori che sempre piu' si pongono con l'evoluzione e con la progressiva apertura internazionale delle scelte d'investimento".
 
 
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