ITALIA - Italiani e risparmio. Indagine Acri-Ipsos
Notizia
25 ottobre 2011 12:40
La crisi e' molto grave secondo l'86 per cento degli italiani, il 3 per cento in piu' rispetto al 2010. E' quanto emerge dall'indagine "Italiani e risparmio" realizzata da Acri e Ipsos in occasione della 87esima Giornata mondiale del Risparmio e presentata stamattina dal presidente Giuseppe Guzzetti e da Nando Pagnoncelli. L'uscita dal tunnel appare sempre piu' lontana e tre connazionali su quattro si attendono che duri almeno altri tre anni. Dunque, i livelli pre-crisi sono attesi solo nel 2015. Da notare, segnalano gli autori dell'indagine, che avvertono la crisi come particolarmente grave soprattutto le persone nella "pienezza lavorativa", mentre si rivelano piu' ottimisti i giovani. Per la prima volta dal 2005, inoltre, il numero dei soddisfatti della propria situazione personale e' superato dagli insoddisfatti, che aumentano dal 44 per cento al 51 per cento. E se soltanto il 3 per cento di italiani si dichiara molto soddisfatto, coloro che dicono di essere molto insoddisfatti crescono dal 14 per cento del 2010 al 20 per cento di oggi. I "nuovi insoddisfatti" si concentrano soprattutto nel Nord Italia, mentre la situazione e' piu' preoccupante al Sud: nel 2011 c'e' solo il 37 per cento di soddisfatti.
La prevalenza degli insoddisfatti e' legata al fatto che da molti anni la maggior parte dei cittadini ha difficolta' a mantenere il proprio tenore di vita, mentre aumenta il numero di chi lo ha visto peggiorare. Oggi solo 1 italiano su 20 vede migliorare la propria situazione anno dopo anno, mentre piu' di 1 su 5 la vede peggiorare. Per il futuro la situazione non cambia, anzi: considerando tutti gli aspetti, sia personali sia legati all'Italia e al resto del mondo, il 50 per cento degli abitanti del Bel Paese e' pessimista, il 36 per cento ottimista, il 14 per cento attendista. Dall'indagine si rileva una percezione piuttosto diffusa che "il Paese e' statico e sta lentamente scivolando in una situazione di crisi sentita come strutturale, che richiedera' lente - e dolorose - vie d'uscita".