Alla fine del mese di novembre, dopo che la Idb aveva convocato un tavolo di discussione in cui tra l'altro prevedere anche l'avvio di procedure di conciliazione, abbiamo immediatamente fatto notare che
l'iniziativa era da escludere in partenza perché da conciliare non c'è un bel niente.
Il successivo 4 dicembre Aduc ha ricevuto l'invito a partecipare all'incontro, invito declinato per le motivazioni indicate nell'articolo.
L'incontro si è tenuto il 12 dicembre. Erano tra gli altri presenti i rappresentanti di sette associazioni di consumatori. Oltre alla
Intermarket Diamond Business (Idb) e alla Diamond Private Investment (Dpi) era rappresentata anche la
International Diamond Diffusion (Idd). L'unico istituto bancario era
Banca Monte dei Paschi di Siena. Le assenze che si notano sono pertanto quelle del
Banco Popolare-Bpm e di
Unicredit.
Intesa Sanpaolo, l'altro grande istituto coinvolto nella vicenda, sta risarcendo i clienti che si recano in agenzia a protestare. Sebbene
dovrebbe riguardare tutti e non soltanto i clienti che protestano, è un'iniziativa che va nella corretta direzione dell'
assumersi le proprie responsabilità e risarcire in toto la clientela.
Da non dimenticare che
vi sono anche altre banche che hanno agito da portatori di clienti. Ad esempio, Aduc sta seguendo clienti che hanno comprato diamanti tramite la
Cassa di Risparmio di Cento, la
Banca di Credito Cooperativo di Gradara, ed altre ancora.
Il resoconto dell'incontro del 12 dicembre è stato inviato anche ad Aduc. Diciamo immediatamente che
i contenuti lasciano poco sperare in un esito favorevole per la clientela. Si legge infatti:
"Come noto, la diffusione di notizie allarmistiche relative ad uno specifico prodotto (che siano azioni, strumenti finanziari, immobili, metalli preziosi, ecc.) genera un eccesso di offerta di quello specifico prodotto rispetto alla domanda, con conseguenti, inevitabili conseguenze sul livello dei prezzi. Occorre chiedersi quale sia, in questa situazione, il reale interesse dei consumatori, tenuto conto del fatto che, per accertare se l’allarme fosse basato su fatti veri o artefatti, ci vuol tempo, mentre è interesse comune ridare al più presto equilibrio e serenità al mercato, in modo che domanda e offerta si riportino a livelli di normalità. L’obiettivo si può raggiungere solo se le misure a tal fine adottate (i) si basano su regole condivise e (ii) vengono attuate rapidamente, senza attendere i tempi della giustizia (cioè la decisione del TAR)".
(...)
"Il presidente di Idb ricorda come sia necessario, nell’interesse di tutti, smorzare l’allarme e il panico da disinvestimento e favorire la ripresa del mercato".
In realtà, il mercato dei diamanti procedeva per conto proprio prima delle note vicende, così come procede adesso e procederà in futuro qualunque cosa accada alla Idb ed alla Dpi, le quali rappresentano solo due gocce nell'oceano degli scambi di diamanti nel mondo. Ad essersi interrotto è invece il meccanismo costruito dalla Idb e dalla Dpi per cui -come le istruttorie Agcm hanno appurato-
l’andamento delle quotazioni era l’andamento del prezzo di vendita delle imprese annualmente e progressivamente aumentato dai venditori; e le prospettive di liquidabilità e rivendibilità erano unicamente legate alla possibilità che il professionista trovasse altri consumatori all’interno del proprio circuito.
Ci piace assai poco, pertanto, l'invito a "
smorzare l'allarme e il panico" che appare invece più che altro un invito a
non spargere ancora di più la notizia in giro, ad evitare che sempre più acquirenti dei loro diamanti vengano a conoscenza dell'accaduto.
Ancora più decisa
la posizione della Dpi, il cui Presidente Sacchi ha affermato
"di aver fatto redigere da un esperto dell’Università Bocconi una perizia, successivamente confermata dall’Università della Sapienza di Roma, nella quale è affermata la piena congruità del prezzo praticato da Dpi: rileva comunque come la maggior parte dei consulenti di parte, che definisce “orafi di bottega”, non riesca neppure a leggere gli indici Rapaport e Idex, ai quali fa riferimento Agcm. In ogni caso siamo nel libero mercato e nel provvedimento Agcm si afferma apertamente la piena libertà dell’imprenditore nel determinare il prezzo del prodotto che vende".
Idb e Dpi ricorreranno al Tar contro le decisioni dell'Agcm. Anche gli istituti di credito sanzionati faranno altrettanto.
L'Agcm ha chiesto alle due società di far sapere come intendono riorganizzare la loro attività al fine di adeguarla ai principi affermati nel provvedimento. A tale scopo, viene istituita una commissione che porti alla creazione di un codice di condotta ai sensi dell’art. 27 bis del Codice del Consumo.
Riguardo i risarcimenti alla clientela, invece, la presa di posizione è alquanto negativa:
"Il Presidente di Idb segnala sul punto che ogni acquirente di diamanti è un caso a sé, da esaminare singolarmente, e che non si possono predeterminare criteri di soluzione bonaria delle controversie che possano essere validi per tutti: ogni tentativo di generalizzare sarebbe inaccettabile.
Quanto alle banche, il Presidente di Idb comunica che gli Istituti con i quali Idb è in contatto seguono con grande attenzione i lavori del tavolo, ma solo dall’esterno, poiché ritengono che in questa fase, in attesa della effettiva ripartenza del mercato, una loro partecipazione diretta non possa determinare alcun valore aggiunto: in ogni caso le procedure conciliative che dovessero essere decise in questa sede, se concretamente attuabili, saranno poi sottoposte agli istituti bancari in un’ottica di inclusione".
In poche parole: cari acquirenti di diamanti Idb e Dpi, scordatevi di rivedere il capitale investito.
Per l'esperienza di Aduc, i tavoli vedranno un'impostazione per cui
un concreto risarcimento sarà erogato solo nelle situazioni in cui il cliente vincerebbe di sicuro una causa. Ad esempio, abbiamo visto casi di intere liquidazioni di decenni di lavoro investite in diamanti, come pure casi di forte incidenza dell'importo investito in diamanti rispetto al totale degli investimenti.
Allo stesso modo potrebbero magari essere risarcite le persone che dimostrino di trovarsi in difficoltà economiche a causa dell'impossibilità di vendere i diamanti allo stesso prezzo di acquisto.
Riguardo il resto dei clienti, ad alcuni sarà (forse) elargito un contentino, mentre alla gran parte degli interessati sarà risposto che "dall'esame della documentazione non sono emersi profili di irregolarità".
Attendiamo pertanto la fine del mese di gennaio, quando saranno comunicate le prime linee-guida per i tavoli di conciliazione, per assumere decisioni sui successivi passi da compiere da parte degli interessati.
Il primo passo, ricordiamo,
è l'invio di un reclamo alla società ed alla banca.
E rinnoviamo anche l'invito, per i clienti che ancora abbiano in custodia i diamanti presso la Idb o la Dpi,
di richiederne la consegna.
Aggiornamento del 23 gennaio 2018: la commissione per le conciliazioni è stata convocata dalla Idb per il giorno 14 febbraio. Attendiamo pertanto fino a tale data.