Mercoledì scorso si è tenuto il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bari per l'approvazione del nuovo piano industriale.
Le attese erano concentrate sul
fabbisogno di capitale, ossia la somma indispensabile per evitare il fallimento,
e già da una settimana circolavano i dettagli corredati dalle relative cifre.
Si attendeva quindi l'ufficializzazione dei vari aspetti, ed invece, al termine della riunione,
il CdA della banca è riuscito nell'impresa di emanare un perfettamente inutile comunicato.
Bari, 30 gennaio 2019 ( ore 18.48) - "Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bari, con l’odierna approvazione del Piano 2019-2023, ha tracciato il percorso industriale con il quale intende riaffermare e consolidare il proprio ruolo nelle aree geografiche di riferimento".
(...)
"Forte attenzione è posta alla valorizzazione degli attuali azionisti, che potranno accedere a concrete iniziative a loro dedicate e beneficiare del ritorno a una redditività strutturale coerente con l’andamento di mercato".
Si tratta del warrant, il buono
che abbiamo spiegato ai piccoli investitori.
"Punti nodali del Piano e tappe del percorso sono:
- il rafforzamento dei coefficienti patrimoniali, da realizzare entro giugno 2019 attraverso adeguate iniziative di capital relief, anche mediante l’emissione di strumenti finanziari destinati ad investitori qualificati";
Ma le cifre? Quale somma serve nel complesso? Quella di cui si parla da una settimana? Duecento milioni di bond subordinato subito più trecento milioni di capitale tra alcuni mesi, per il totale di cinquecento milioni?
Silenzio totale.
- "il riassetto societario con approdo alla banca SpA, anche attraverso l’ingresso di nuovi soci, in grado di affermarsi sul mercato come competitor affidabile e innovativo e, nel contempo, lo sviluppo dell’attuale banca cooperativa, partecipe del consolidamento del sistema delle popolari attraverso la “banca della comunità”, finalizzata a rafforzare la capacità produttiva e competitiva degli aderenti e a preservare le specificità delle attuali realtà cooperative";
Quali soci? Con quanti e quali capitali? Silenzio totale. Come dicevamo nel precedente articolo,
nessuno investe trecento milioni in una banca che rischia cause per un pari importo e anche più, da parte principalmente degli azionisti cui sono state piazzate in ogni maniera specie ai tempi dell'aumento di capitale del 2014 necessario per comprare Tercas - Caripe. Soprattutto,
perché investire in una banca messa malissimo quando negli altri casi le banche si sono potute prendere gratis o anche facendosi pagare, e
con in più la manleva rispetto alle cause con gli azionisti?
(...)
- "per gli NPLs, il miglioramento degli indicatori di qualità creditizia, traguardando le best practice di sistema, attraverso la messa a regime delle efficaci politiche di derisking realizzate tra il 2014 e il 2018.
Per l’attuazione del Piano sono previsti il riposizionamento delle strutture della Direzione Generale, l’attivazione di cantieri progettuali - già definiti e presidiati da uno steering committee – ed il rafforzamento del basket delle competenze".
Insomma, mentre voi badate a cosucce come
azioni invendibili e bond subordinati che quotano a valutazioni da default, ora arriva il
capital relief del competitor per le best practice di derisking dello steering committee del basket.
Capito? Il
capital relief del competitor per le best practice di derisking dello steering committee del basket!
Tradotto dall'inglese vuol dire:
La Banca Popolare di Bari è già fallita, ma nemmeno stavolta ve lo diciamo.