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esperienze previdenziali
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Lettera 
28 gennaio 2021 0:00
 
Buongiorno Dottor Pedone,
seguo spesso i suoi articoli e commenti sul web e li trovo sempre puntuali, approfonditi e, ormai ne ho la quasi certezza, onesti.
Vorrei descriverle l'esperienza di mia moglie nella previdenza integrativa:è dipendente in un azienda privata con meno di 50 dipendenti, ha aderito a suo tempo alla previdenza integrativa sottoscrivendo un fondo pensione, e qualche anno fa ha anche usufruito dell'anticipazione per lavori di ristrutturazione della prima casa.
Le dico solo che, per avere quei soldini c'è voluto moltissimo tempo (più di 6 mesi) e, da parte del sottoscritto, pressioni continue sull'agente della compagnia assicurativa che usava ogni volta le scuse più improbabili.
Ho poi appreso che era possibile, in alternativa ai fondi pensione, lasciare il tfr in azienda e cioè, se ho capito bene, in un fondo di tesoreria statale gestito dall'INPS, che ha un rendimento non elevato, ma garantito ( 1,5% + il 75% del tasso di inflazione).
Così, incuriosito, mi sono letto il rendimento annuale presente nel prospetto che ci manda annualmente la compagnia:
per il 2019 il rendimento della linea di investimento è stato il 6,65% (specificando in calce "al netto della tassazione e degli oneri sostenuti,che e' diverso da quello della posizione individuale, che risente anche del momento in cui le entrate e le uscite si sono realizzate"; il che, francamente, non riesco a capire cosa significhi ma mi insospettisce un po').
I costi della linea di investimento sono stati lo 0,94% ma specificando in calce che "il dato esprime l'incidenza dei costi effettivamente sostenuti nell'anno per la gestione finanziaria e amministrativa, a eccezione degli oneri connessi alla negoziazione dei titoli e di quelli fiscali"; il che, di nuovo, non riesco a capire cosa significhi ma mi insospettisce un po'.
Mi può aiutare a capire meglio?
Alla fine di questi ragionamenti penso proprio di dire a mia moglie di spostare il tfr nel fondo di tesoreria, ma mi viene il dubbio che la scelta verso la previdenza integrativa sia ormai irreversibile.
La ringrazio per le informazioni che ci dà regolarmente.
Cordiali saluti
Manlio, dalla provincia di MS

Risposta:
Il fondo di tesoreria INPS per il TFR è obbligatorio solo per le aziende con più di 50 dipendenti, quindi nel caso di sua moglie, se la scelta sulla destinazione del TFR fosse reversibile (cosa che non è) non finirebbe comunque nel fondo INPS ma nelle casse dell'azienda.
Il rendimento del fondo è diverso dal rendimento della posizione individuale perché versando individualmente nel fondo, le date e gli importi di versamento incidono nel rendimento individuale. Ad esempio, se, nel 2020, lei avesse versato molto a marzo, durante la crisi, il suo risultato complessivo sarebbe stato superiore a quello del fondo. Al contrario se, in quel periodo, avesse spostato il denaro su una linea più difensiva avrebbe avuto un rendimento più alto, a parità di rendimento delle varie linee di gestione.
Il primo avvertimento, quindi, non indica niente che debba insospettire.
Per quanto riguarda i costi, purtroppo, tutti i TER non prendono in considerazione i costi di intermediazione. In pratica ci sono i costi della struttura che gestisce il fondo, ma non i costi che il fondo subisce quando effettivamente negozia i titoli. Sui fondi pensione, in genere, dal momento che non fanno molte operazioni di trading, non sono costi molto significativi.
D'altra parte, i TER indicano i costi che sono identificabili a priori, i costi di negoziazione, per definizione, dipendono da quante negoziazioni vengono fatte e quindi possono essere comunicati solo ex-post, non ex-ante.
In ogni caso, se non fosse soddisfatto del fondo pensione scelto, anche se la scelta di destinazione del TFR non è revocabile, può sempre cambiare il fondo pensione trasferendo i versamenti presso altro fondo.
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Ha risposto Alessandro Pedone: https://investire.aduc.it/info/pedone.php
 
 
 
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