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Gli ETF hanno problemi di liquidita’
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Lettera 
6 giugno 2003 0:00
 
Spett. le Investire Informati, avete sollecitato il mio interesse verso gli ETF, per cui vi rivolgo la seguente domanda.
Ieri, 4 giugno 2003, ho controllato i volumi di scambio degli ETF quotati in borsa italiana.
Solo due di questi (ETF MSCI US TECH MU e ETF MU EURO STOXX 50) hanno avuto scambi di alcune decine di migliaia di pezzi, tre (ETF B1-MSCI EURO, ETF DOW JONES IA MU e ETF LDRS EUROSTOXX50) per alcune migliaia di pezzi, mentre gli altri quattro hanno avuto scambi che hanno interessato solo alcune centinaia o solo singole unita' di pezzi.
La mia domanda e' quindi se possono essere considerati strumenti liquidabili facilmente, e se nella scelta (oltre al costo di negoziazione e gestione) vada tenuto in conto anche questo fattore.
Vi ringrazio per l'attenzione e vi faccio tanti auguri per l'ottimo vostro sito.

Risposta:
sicuramente i volumi di scambio di molti Etf sono ancora esigui: i motivi vanno ricercati nel breve tempo intercorso dal loro lancio in Italia e dal numero -ridotto- di banche che ad oggi ne permettono la negoziazione (puo' trovare una lista di intermediari che permettono di acquistare Etf sul sito di Borsa Italia clicca qui ).
La situazione, a nostro avviso, e' destinata a migliorare velocemente, soprattutto quando verra' lanciato il primo Etf sull'indice italiano, in grado di attirare l'attenzione di un numero di investitori crescente.
Tuttavia la negoziabilita' dell'Etf e' sempre garantita da uno "specialist", cioe' una banca che si assume l'onere di acquistare i titoli di coloro che vogliono vendere o di venderli a coloro che li vogliono acquistare. Tale specialist ha l'obbligo di proporre prezzi in acquisto/vendita con un differenziale mai superiore al 1%.
In poche parole questo significa che il risparmiatore che volesse acquistare un etf poco liquido e rivenderlo immediatamente subirebbe una perdita dell'1% che rappresenta un "costo di illiquidita'".
Chiaramente cio' non avviene su Etf liquidi, dove la differenza tra proposte di vendita e di acquisto e' invece minima.
Pertanto la differenza tra proposte di acquisto e di vendita presenti nel book e' da considerarsi come un costo di ingresso aggiuntivo, minimo nel caso avesse intenzione di mantenere i titoli per un lungo periodo, ma che diventa piu' incisivo in caso si dovesse liquidare lo strumento dopo un breve periodo (come e' riportato anche nella scheda allegata all'articolo che ha suscitato il suo interesse: clicca qui).
Sicuramente a parita' di condizioni gli Etf maggiormente liquidi sono da preferire, a nostro avviso non solo per i problemi legati alla liquidita', ma anche perche' normalmente l'interesse degli investitori tende a concentrarsi su strumenti che hanno per qualche motivo caratteristiche di maggiore convenienza.
Risposta di Matteo Arata
 
 
 
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