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Alitalia: senza parole
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Editoriale di Alessandro Pedone
3 settembre 2008 0:00
 
 Purtroppo, ormai ci stiamo veramente abituando a tutto. Personalmente, non c'e' quasi piu' niente che mi stupisce e la mia capacita' di indignarsi e', giorno per giorno, messa a dura prova. La vicenda Alitalia probabilmente ha dato il colpo di grazia. Sono talmente disgustato dalla vicenda che in un primo momento avevo pensato di non scrivere proprio nulla. Poi, considerato che avevamo affrontato il tema circa le dichiarazioni in campagna elettorale di Berlusconi le quali, a nostro avviso, configurerebbero il reato di aggiotaggio, mi sono deciso a scrivere due righe di commento. 
E' noto che Alitalia avrebbe dovuto fallire ormai da molti anni a causa di una gestione sciagurata essenzialmente politica. Decine e decine di opportunita' per rimettere in sesto la baracca sono state gettate alle ortiche a causa di interessi particolari. 
Nel marzo di quest'anno il precedente Governo aveva provato a stringere una accordo con AirFrance-KLM. Si trattava, ovviamente, di una soluzione piu' che criticabile dal momento che la situazione era gia' allora disperata. Quando si tenta di risolvere un problema incancrenito da anni, non esistono soluzioni non criticabili. 
La soluzione AirFrance-KLM prevedeva, fra l'altro, il pagamento di alcune centinaia di milioni per le azioni di Alitalia e l'assunzione di tutti i debiti della societa' nonche' un piano (piu' o meno criticabile) di sviluppo e investimenti. 
Berlusconi entro' a gamba tesa nella trattativa in piena campagna elettorale (commettendo, fra l'altro, a nostro avviso, un palese reato sul quale la Consob ha aperto un'indagine di cui non si e' piu' saputo nulla) facendola sostanzialmente naufragare e obbligando, successivamente, il Governo Prodi dopo aver perso le elezioni a rimpinguare la casse della morente Alitalia di altri 300 milioni di euro prelevati dalle tasche dei cittadini. 
Vinte le elezioni, Berlusconi ha presentato il suo piano di "salvataggio" (che in realta' e' una liquidazione): i debiti li paghano tutti gli italiani e le poche cose di valore vanno ad un gruppo di sedici imprenditori scelti dal governo! Alitalia e' gia' costata agli italiani miliardi di euro ed e' destinata a presentarci ancora un conto molto salato. Con la precedente soluzione si riscuoteva qualcosa e la compagnia entrava a far parte di un forte gruppo internazionale. Con il piano Berlusconi gli italiani pagheranno un conto salatissimo ed avremo una piccola societa' italiana che prima o poi finira' comunque nell'orbita di un grande vettore da una posizione ancora piu' debole di quella di Marzo. 
E' impressionante come per realizzare questo "capolavoro" si continui a calpestare scientificamente le leggi, non solo quelle del mercato, ma anche quelle formali. Il progetto prevede, nero su bianco, la sospensione delle leggi in materia di anti-trust e la possibilita' di vendere beni pubblici non con una legittima gara ma con una trattativa privata
Si avvantaggiano cosi' imprenditori privati, facendoli passare anche per salvatori della patria facendo pagare un conto salatissimo a tutti gli italiani. 
Fra i sedici "salvatori della patria" ci sono i Benetton, pubblici concessionari di Autostrade e gestori dell'aeroporto di Fiumicino. Ma il colpo grosso l'ha fatto sicuramente il proprietario di AirOne, Carlo Toto, il cui nipote e' stato candidato ed eletto con il Popolo della Liberta'. I 450 milioni di euro di debiti della AirOne finiranno nel calderone dell'Alitalia. La questione di AirOne, potenzialmente, potra' creare dei grandi grattacapi a livello europeo poiche' fra i vincoli per il cosi' detto prestito ponte di 300 milioni di euro fatti a Marzo vi era l'obbligo per Alitalia di non espandersi per almeno un anno. Con l'acquisizione di AirOne evidentemente questo vincolo e' stato infranto.
A guidare la truppa dei salvatori della patria c'e' Colaninno, il cui figlio e' ministro ombra nel governo ombra. Da bravo ministro ombra, ovviamente, non ha proferito parola su tutta la vicenda.
Ci sono moltissime cose che non vanno nel piano di "salvataggio" di Alitalia, ma quella che maggiormente interessa in questa sede e' il gravissimo impiego del fondo per la tutela delle vittime delle frodi finanziarie per gli azionisti e gli obbligazionisti di Alitalia. Noi non siamo mai stati favorevoli all'istituzione di questo fondo per ragioni che sarebbe lungo spiegare ma -  di grazia – qualcuno ci vuole spiegare cosa c'entrino le frodi finanziarie con il caso Alitalia?
Vogliamo dire che lo Stato ha frodato i risparmiatori? Per  quanto riguarda gli azionisti, proprio non si comprende perche' mai meriterebbero di essere tutelati. Chi e' stato cosi' folle da investire in azioni dell'Alitalia sapeva benissimo di investire in un'azienda che per vent'anni non ha fatto altro che perdere soldi. Perche' mai dovrebbe essere risarcito? Diverso e' il discorso per gli obbligazionisti, ma – anche qui – perche' mai usare il fondo per le frodi finanziarie? Di quali frodi stiamo parlando? 
Una classe politica che riesce non dico ad attuare, ma solo a pensare, un progetto come questo di Alitalia, e' veramente capace di tutto. Sono senza parole. 
 
 
 
 
 
 
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