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Bankitalia: inizia l'era Draghi?
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Editoriale 
29 novembre 2006 0:00
 
Ieri e' stato approvato, dall'assemblea straordinaria dei partecipanti al capitale della Banca d'Italia, il nuovo statuto. Ora dovra' seguire un complesso, ma scontato, iter di approvazione da parte del Governo.
Si tratta di un timido passo in avanti nella direzione giusta.
L'impressione e' che Draghi stia riuscendo, lentamente, molto lentamente, a modificare una struttura che contiene al suo interno (ed all'esterno) una serie incredibile di resistenze al cambiamento.
A nostro giudizio, si poteva (e forse si doveva) fare di piu' in termini, soprattutto, di trasparenza. Con il nuovo statuto si passa da una banca centrale guidata da una sorta di "monarca" (come era Fazio) ad una struttura dove vige la collegialita'. Questo non puo' che essere accolto favorevolmente, ma resta -in sottofondo- una sorta di delusione.
Le aspettative nei confronti di Draghi erano veramente elevate.
Ci si aspettava, e' inutile nasconderlo, qualcosa di piu'.
Fino ad oggi, l'operato di Draghi in Banca d'Italia ha assunto il sapore amaro dell'"incompiuto".
Alle dichiarazione, piuttosto forti, in tema di trasparenza dell'operato della Banca d'Italia e concorrenza del sistema bancario, non sono ancora seguite decisioni altrettanto forti.
E' probabile che i cambiamenti in una istituzione come la Banca d'Italia richiedano necessariamente molto tempo. Continuiamo a riporre fiducia nelle qualita' dell'attuale Governatore della Banca d'Italia e speriamo che il varo del nuovo statuto possa far iniziare, finalmente, l'era Draghi, intendendo con questo un periodo di Governo della Banca d'Italia incentrato sugli interessi dei correntisti e non dei banchieri.
 
 
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