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Class Action: liberalizzazioni o statalizzazione?
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Editoriale 
31 ottobre 2006 0:00
 
La settimana passata il Ministro per lo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, si e' augurato che il progetto di legge sulla class action, che dovrebbe presto essere calendarizzato alla Camera, venga approvato rapidamente.
Si tratta di un provvedimento annunciato a seguito del cosi' detto decreto legge sulle "liberalizzazioni".
In seguito, abbiamo visto che di liberalizzazioni, in quel decreto legge c'era veramente poco...
Sulla class action, se possibile, le cose sono andate anche peggio.
La proposta di legge del ministro Bersani, infatti, non ha niente a che vedere con una vera class action.
Ci sono due problemi fondamentali nel progetto Bersani:
1) il diritto ad avviare un'azione collettiva e' riservato alle quindici associazioni riconosciute dallo stesso ministero di Bersani, cioe' le 15 associazioni "di Stato" che ricevono contributi pubblici.
2) dopo un'eventuale azione collettiva vinta, il singolo danneggiato dovra' comunque avviare un'azione giudiziaria individuale per veder riconosciuto il risarcimento che gli spetta.

Grazie al primo punto, le azioni collettive saranno indirettamente controllate dallo Stato.
Ad un'associazione "poco conciliante" o troppo sorda alle pressioni del Governo, potrebbe essere ventilata l'ipotesi di una esclusione dal novero delle 15 "privilegiate".
In ogni caso, si tratta di un evidente indebolimento di una delle funzioni principali della class action: la prevenzione degli illeciti plurioffensivi. Se vi sono miglia di soggetti che potenzialmente hanno interesse ad attivare un'azione collettiva, si sviluppa un naturale controllo relativo ai comportamenti dei soggetti economici; controllo che costituisce un potentissimo deterrente al compimento di illeciti plurioffensivi.
Il modello del ministro Bersani ci sembra ispirato dalla solita logica "da sindacato" che vede i singoli cittadini come incapaci che debbano essere guidati e protetti da qualche struttura la quale opera in nome e per conto dei presunti incapaci.
Noi crediamo che sia diritto di ogni singolo cittadino che ha subito un illecito plurioffensivo tentare di rappresentare l'intera classe. Sara' poi il giudice a scegliere il progetto piu' meritevole in base alle argomentazioni portate, agli eventuali conflitti d'interesse ed alla rappresentativita'.
In Parlamento, gia' oggi, sono state presentate almeno altre due proposte di legge che vanno in questa direzione.
Speriamo che il presidente della Commissione Giustizia alla Camera, nel calendarizzare il progetto di legge Bersani, tenga conto di questi provvedimenti e contribuisca alla definizione di un testo unificato che elimini i problemi del DDL Bersani.
La questione e' di straordinaria importanza per gli investitori. Un mercato finanziario nel quale sia prevista una vera class action, e' certamente un mercato piu' sicuro e nel quale i comportamenti scorretti degli intermediari, progressivamente, tendono a ridursi.
Siamo certi che, per fare un esempio recente, il Gruppo Monte dei Paschi di Siena non si sarebbe mai permesso di mettere sul mercato i famigerati piani finanziari MyWay-4You, se all'epoca fosse stata operante una vera class action all'americana.
 
 
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