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Consob: senza poteri o senza controllo?
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Editoriale di Alessandro Pedone
11 gennaio 2005 0:00
 
Uno dei poteri che ha la Consob (forse, al momento attuale, il piu' rilevante) e' quello normativo. L'Autorita', infatti, ha il potere di emanare regolamenti attuativi del Testo Unico della Finanza. Regolamenti che entrano a far parte del nostro ordinamento giuridico.
Un potere connesso a questa attivita' normativa e' quello di fornire le cosi' dette "interpretazioni autentiche" delle norme che essa emana.
Il settore finanziario e' un settore complesso ed in continua evoluzione. Queste caratteristiche hanno suggerito al legislatore l'esigenza di un'Autorita' che, in maniera piu' rapida e flessibile di quanto possa fare il Parlamento, producesse norme e vigilasse sulla loro applicazione.
Oltre al potere normativo, in teoria, la Consob avrebbe una serie di poteri di vigilanza, ma questi ultimi sono piuttosto blandi e -soprattutto- le risorse a disposizione della Commissione sono oggettivamente non commisurate all'ampiezza dei compiti.

Purtroppo questi poteri sono esercitati senza che vi sia nessuna forma, non diciamo di "controllo", ma neppure di interlocuzione da parte degli investitori che sarebbero, in teoria, i principali beneficiari dell'operato della Commissione.
Gli investitori che fanno esposti alla Consob, ad esempio, non ricevono dalla Commissione nessuna comunicazione circa l'esito degli stessi ne' possono avere accesso agli atti. Ma ve' di piu'! I risparmiatori che scrivono alla Consob ponendo quesiti interpretativi della normativa di settore non hanno nessuna certezza di ricevere una risposta. La Consob sceglie liberamente se rispondere o meno. Sceglie liberamente se indagare o meno.

Questa discrezionalita' (che in passato e' stata utilizzata in maniera, quantomeno, discutibile) ha contribuito a creare un forte senso di sfiducia nell'indipendenza della Consob. Da piu' parti ci si domanda se l'arbitro dei mercati finanziari in Italia sia realmente indipendente.
Molto spesso i comportamenti della Consob che hanno prodotto un oggettivo danno agli investitori sono stati giustificati con la carenza di risorse.
E' certamente possibile che questo abbia giocato un ruolo, ma non sempre la carenza di risorse appare una spiegazione esaustiva.
In alcuni casi, certamente, si e' trattato di una scelta. Il caso (che a noi sta particolarmente a cuore perche' emblematico - a nostro giudizio - piu' di altri) dei piani finanziari MyWay-4You mostra come evidentemente la commissione abbia scelto di non esporsi piu' dello stretto necessario.
Cosa poteva fare la Commissione? Una cosa semplice che avrebbe, molto probabilmente, risolto il caso a centinaia di risparmiatori. Avrebbe potuto pubblicare sul proprio sito una comunicazione nella quale precisava, in relazione ai questi che da piu' parti gli sono stati posti sui prodotti MyWay-4You, l'interpretazione autentica della normativa di settore in materia, ad esempio, di conflitto d'interessi, best execution, contratti abbinati alla sottoscrizione di quote di fondi, jus poenitendi, ecc.
Una comunicazione di questo genere, pur non avendo nessun effetto giuridico automatico, avrebbe certamente dato una diversa svolta all'intera vicenda. Invece dei tristemente famosi tavoli di conciliazione, basasti sul concetto di "prodotto valido - possibili errori di vendita da valutare caso per caso" si sarebbe potuto instaurare una vera trattativa basata sulla ristrutturazione finanziaria del piano per coloro tutti i clienti reclamanti.
La Consob ha scelto di non seguire questa strada.
Non solo. Continua non rispondere a chi, come il sottoscritto, insistentemente chiede di pronunciarsi pubblicamente, anche a distanza di due anni circa dalla scoppio dello scandalo, sulla vicenda.
Perche' la Consob continua a tacere?
Perche' e' necessario ricorrere a mezzi estremi come il digiuno di dialogo per poter interloquire con l'Autorita' di vigilanza del settore finanziario per chiedere di esprimersi su un caso che riguarda centinaia di migliaia di risparmiatori?
Perche' la Consob non avverte, spontaneamente, l'esigenza di fare chiarezza pubblicamente?
E' un problema di risorse o un problema di scelte? Evidentemente e' un problema di scelte.

Per questo, il prossimo 24 Gennaio, come abbiamo preannunciato al presidente della Consob Cardia nella lettera aperta del 3 Gennaio 2005, se la Consob continuera' a tacere sulle domande che gli abbiamo posto, avvieremo un digiuno di dialogo per significare al presidente Cardia l'importanza di un pronunciamento pubblico della Commissione sui temi sollevati.

Chiunque desideri dare il proprio supporto a questa iniziativa, puo' inviare una propria lettera al presidente Cardia e ai presidenti delle commissioni parlamentari coinvolte nella vicenda, seguendo questo schema: clicca qui
 
 
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