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La "contro-riforma" del risparmio
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Editoriale 
8 marzo 2005 0:00
 
Lo svuotamento della riforma del risparmio effettuata in esecuzione del patto Berlusconi-Fazio si è realizzata nella passata settimana con l'approvazione alla Camera del progetto di legge denominato "Tutela del risparmio e disciplina dei mercati finanziari" e che forse piu' concretamente dovrebbe chiamarsi "Tutela degli organi di vigilanza che dovrebbero tutelare il risparmio".
Le commissioni parlamentari, specialmente quella finanze, aveva fatto un lavoro abbastanza buono sebbene molto lento a causa delle mille difficolta' che i poteri forti (leggi le banche, "governate" dal vero uomo forte di palazzo Koch) hanno frapposto per tutto questo tempo. L'on. La Malfa e l'on. Tabacci, in particolare, si sono distinti per la determinazione nel voler far approvare una vera riforma, che toccasse anche il vero nodo del problema: le banche e (quindi) la Banca d'Italia. Fino alla fine hanno avuto l'appoggio, almeno in commissione, con il lavoro dell'on. Sergio Rossi che in piu' occasione si e' distinto per l'efficacia dei suoi emendamenti e risoluzioni in commissione ed in aula.
Alla fine, pero', hanno vinto i poteri forti. La Malfa e Tabacci si sono presi gran "rimbrotti" dalla maggioranza e qualcuno ha usato perfino l'appellativo di "traditori".
Lo stato maggiore della Lega, alla fine, ha dovuto fare i conti con problemi di "bottega" (vedi lo scandalo CredieuroNord clicca qui) ed ha voltato le spalle anche all'emendamento n. 14.202 dell'On. Sergio Rossi.
Del problema del mandato a vita del Governatore della Banca d'Italia e della concorrenza sul settore bancario, a BankItalia invece che all'antitrust, sappiamo tutti perche' ne hanno parlato un po' tutti i media. L'emendamento dell'on. Rossi bocciato sonoramente dalla Camera (Presenti 383; Votanti 382 ; Astenuti 1; Hanno votato si' 20; Hanno votato no 362), invece e' ovviamente passato in sordina ma, a nostro giudizio, e' l'emblema di quanto questa riforma sia fatta per gli interessi degli istituti finanziari (sostanzialmente protetti dagli organi di vigilanza) e non nell'interesse dei cittadini-investitori.
Cosa proponeva l'on. Rossi? Semplice, che all'articolo 5 del D.Lgs 58/098 fosse aggiunto il seguente comma:
"6. La CONSOB e la Banca d'Italia disciplinano, con un proprio regolamento, le modalita' e i tempi con i quali fornire risposte alle istanze degli investitori e dei soggetti vigilati in merito ai temi di loro competenza istituzionale comprendenti i quesiti relativi all'interpretazione della normativa secondaria da loro emanata. Detto regolamento deve assicurare che ad ogni istanza venga fornita con sollecitudine risposta scritta"
Apriti cielo! Quando mai i cittadini possono avere un potere cosi' forte nei confronti delle autorita' di vigilanza? Ma scherziamo? E mettiamo che poi lo utilizzino? Niente da fare, non se ne parla proprio.
Il relatore ha da prima invitato l'on. Rossi a ritirare l'emendamento. Rossi ha insistito ed allora Governo e Commissione hanno espresso parere negativo. Risultato, venti (dico: v-e-n-t-i) voti favorevoli e 362 contrari.
La schiacciante maggioranza della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana e' contraria a che i cittadini abbiano il diritto di chiedere alla Consob ed alla Banca d'Italia domande sui temi di loro competenza.
Che dire? Complimenti!
 
 
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