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A cosa serve il CICR?
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Editoriale 
21 febbraio 2006 0:00
 
Il 22 febbraio si riunisce il Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio (CICR) con il solito "carico mediatico" al quale non seguira' alcun effetto concreto (come sempre e' stato).
Il CICR, come sennatamente ha scritto di recente l'economista Francesco Vella, e' totalmente inutile ed andrebbe senza indugio abolito.
Sostanzialmente non ha alcun compito concreto e specifico. Ai sensi del secondo articolo del Testo Unico Bancario il CICR dovrebbe avere la funzione di "alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio".
Cosa si debba intendere per "alta vigilanza" non si e' mai capito dal momento che in questa materia il nostro ordinamento e' incentrato sul ruolo delle Autorita' di controllo (Consob, Banca d'Italia e recentemente - in parte - anche l'Antitrust) le quali sono, per definizione, autonome ed indipendenti dal potere politico.
Alla riunione del 22 parteciperanno, fra gli altri, il nuovo Governatore della Banca d'Italia, il presidente della Consob e dell'Antitrust (oltre ai ministri dell'Economia, delle Politiche Agricole, delle Politiche comunitarie e delle Attivita' produttive).
Cio' che non si comprende, francamente, e' il senso (e - soprattutto - l'utilita') di questa affollata riunione.
Nella migliore delle ipotesi, questa riunione servira' per accreditare, a buon mercato, qualche personaggio politico come "paladino dei risparmiatori". Nell'ipotesi peggiore (ma anche piu' improbabile) si potrebbe temere un tentativo di controllo politico sul sistema finanziario.
In ogni caso, poiche' non esiste una sola buona ragione per mantenere in piedi un organismo cosi' burocratico ed insensato come il CICR sarebbe assai utile che nella prossima legislatura venisse abolito, ma ovviamente ne' da destra ne' da sinistra e' ragionevole attendersi un intervento cosi' drastico e sensato.
 
 
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