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Crisi del credito: che fare?
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Editoriale di Alessandro Pedone
17 settembre 2008 0:00
 
Sono giorni estremamente concitati per il mondo finanziario.
L'impressione è che stia terminando un'epoca.
Cio' che e' successo domenica, con le conseguenze che dureranno probabilmente ancora del tempo, e' destinato a lasciare un segno indelebile nella finanza mondiale, cosi' come e' accaduto con la crisi del '29. Nelle prossime settimane, probabilmente dopo le elezioni americane, il complesso delle regole del sistema finanziario mondiale dovra' essere rivisto in maniera non marginale.
Cio' che si domandano gli investitori, oggi, pero', e' se qualcosa di drammatico puo' accadere ai propri risparmi e se possono/devono fare qualcosa per evitare effetti disastrosi sui propri portagli.
Premesso che, per definizione, l'imponderabile non puo' essere considerato, non ci sentiamo di sposare le tesi catastrofiste che in queste ore trovano, ovviamente, orecchie particolarmente attente. E' indubbiamente vero che fino a sabato nessuno (compreso chi scrive) si attendeva il fallimento di Lehman Brothers.
Qualche investitore puo' pensare: se nessuno credeva possibile quello che e' poi e' successo, cosa dire di tutto il resto? Sono al sicuro i soldi nei conti della mia banca?
Sono al sicuro i soldi nei fondi o nei titoli in cui ho investito?
Non nascondiamoci dietro ad un dito, di certo non esiste assolutamente niente. Tutto quello che riguarda il futuro e', per definizione, incerto. Si tratta solo di tentare di stimare il grado di probabilita' con il quale certi eventi potrebbero o non potrebbero verificarsi.
Al contempo, si tratta anche di capire com'e' lo stato d'animo del singolo investitori e quale potrebbe essere il "costo della tranquillita'".
In situazioni di profonde crisi, come quella che stiamo vivendo, la prima norma e' quella di non farsi prendere dal panico.
Regola, facile da enunciare, meno facile, da seguire specialmente se il portafoglio attuale e' stato costruito senza alcun criterio.
In linea di massima, se il portafoglio attuale e' un portafoglio che rispecchiava le proprie caratteristiche di investitore, nei momenti di forte crisi e' bene non rivoluzionare i criteri di gestione che avevamo impostato prima dell'avvento della crisi.
Qualora invece, il portafoglio finanziario fosse piu' frutto di improvvisazione che di studio, e' il momento giusto per cercare di fare ordine nei propri risparmi.
Probabilmente il livello di attenzione che l'investitore pone su questo tema e' sufficientemente elevato da consentirgli di approfondire i temi che devono essere approfonditi.
In quest'ultimo caso si potrebbe anche considerare una totale rivoluzione del portafoglio, ma solo perche' quel portafoglio non era adeguato prima e non sara' adeguato oggi. Se si comprende che mantenere un portafoglio inadeguato alle proprie caratteristiche fa salire a livelli insostenibili l'ansia, puo' essere corretto sostenere un costo calcolato per la propria tranquillita'. Si tratta di cose da valutare con molta attenzione.

Entrando nello specifico di Lehman Brothers, i risparmiatori devono verificare se fra gli strumenti finanziari in portafoglio non vi siano titoli di Lehman Brothers, ma in qualche modo garantiti o collegati all'istituto. I clienti di Mediolanum, ad esempio, hanno circa 200 milioni di valore nominale di polizze il cui rimborso è parzialmente o totalmente garantito da Lehman Brothers. Le polizze vendute in Italia e garantite da Lehman Brothers.
Allo stato attuale non esiste un censimento preciso. Non appena sara' disponibile lo pubblicheremo sul sito.
Per chi possedesse questi titoli in portafoglio, al momento, ci saranno ben poche cose da fare. I titoli sono al momento del tutto illiquidi e quindi sara' necessario capire come si chiudera' la liquidazione di Lehman Brothers. Allo stato attuale, tecnicamente, Lehman non e' fallita ma in una sorta di amministrazione straordinaria. Nella notte Barclays ha acquistato le attività nordamericane di Lehman 1,85 miliardi di dollari (liquidita' che servira' per l'amministrazione straordinaria) e gli USA hanno nazionalizzato la piu' grande compagnia assicurativa sull'orlo del tracollo. Pare proprio che il governo abbia scelto consapevolmente di far fallire Lehman per una strategia che speriamo possa essere azzeccata (e che ci sfugge). Passera' del tempo per capire quali saranno i tassi di recupero delle varie obbligazioni Lehman, ma la cosa piu' importante e' che si esca da questa situazione con le ossa non troppo rotte.
 
 
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