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L'ennesima 'tassa' della politica europea
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Editoriale di Alessandro Pedone
12 giugno 2013 15:39
 
Da qualche giorno è tornata un po' di tensione sul debito sovrano del sud Europa perché è iniziato il dibattito presso la corte costituzionale tedesca che sta vagliano la legittimità del piano della Banca Centrale Europea per l'acquisto di titoli di stato sul mercato secondario (così detto “omt” sigla che sta per Outright Monetary Transactions).
Qualora la corte dovesse dare un verdetto negativo, questo avrebbe un impatto molto pesante sui mercati finanziari e potrebbe far tornare i tassi dei BTP ben sopra il 5%.
Già il fatto che la corte costituzionale di uno stato Europeo possa discutere un tema del genere è assurdo, ma cerchiamo di capire come si è giunti a questo punto.
In primo luogo ricordiamo che in autunno ci saranno le elezioni in Germania.
In tutti questi anni una parte importante dei politici tedeschi, inizialmente anche quelli dell'area politica della Merkel, hanno raccontato al popolo che la causa della crisi finanziaria della zona Euro era da ricercare nelle cattive abitudini dei popoli del sud Europa, a partire dai Greci, che sono spendaccioni, corrotti ed evasori fiscali e che non era giusto che i tedeschi pagassero per questi comportamenti.
Sia chiaro: che vi siano gravissimi problemi di sprechi, corruzione ed evasione fiscale (anche in Italia) è un dato di fatto che non può e non deve essere minimizzato, ma è assolutamente falso che il popolo tedesco paghi per mantenere l'Euro. E' vero esattamente il contrario e ciò che il popolo tedesco è – per loro merito – quello maggiormente avvantaggiato dall'Euro ed anche quello che ha tratto maggior vantaggio dalla crisi. Si calcola che solo di diminuzione degli interessi pagati sul debito pubblico tedesco la Germania abbia risparmiato dall'inizio della crisi la bellezza di 80 miliardi di euro!
Quando però si raccontano frottole per molto tempo queste poi entrano a far parte del sentire comune e non è possibile sradicarle dalla testa delle persone.
Accade così che 35 mila cittadini tedeschi firmino un ricorso presso la corte costituzionale tedesca per tentare di bloccare il piano della BCE che fa da “scudo” per i titoli del debito pubblico della zona Euro. Ovviamente Alternative fuer Deutschland, il neonato partito tedesco anti-euro, cavalca la cosa come è logico aspettarsi.
Meno logico ed a tratti deprimente è il comportamento del presidente della Banca Centrale Tedesca, la Bundesbank, Jens Weidmann che è membro del board della BCE. Che una figura istituzionale così importante si presti ad incrociare le lame pubblicamente davanti alla corte, con l'altro membro tedesco del board della BCE attaccando la decisione assunta dalla BCE con il suo unico voto a noi sembra un comportamento inqualificabile. Quando questo signore si dimetterà o comunque lascerà il suo incarico sarà sempre troppo tardi.
Purtroppo la questione durerà ancora per molto tempo – sicuramente fino a dopo le elezioni in Germania del 22 Settembre - e costituirà l'ennesima “tassa” che i cittadini europei dovranno pagare alla gravissima incompetenza con la quale la politica ha gestito questa crisi finanziaria della zona Euro.
 
 
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