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Giovedi' si sciogliera' il nodo della riforma sul TFR? Temiamo di no.
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Editoriale 
15 novembre 2005 0:00
 
Giovedi' prossimo, secondo quanto riferisce il ministro Roberto Maroni, dovrebbe essere, il giorno definitivo per il decreto sul Tfr. "Il governo giovedi' dovra' dire o si' o no. Spero che scelga di prendere la riforma che e' giusta e utile", ha detto il Ministro. .
Non e' la prima volta che Maroni annuncia che "la riforma e' fatta" e che propone date "ultime", ma questa volta sembra proprio che Giovedi' dovrebbe essere la data entro la quale si decidera' se fare la riforma o affossarla definitivamente.
La torta della previdenza integrativa, il cosi' detto secondo pilastro, e' molto invitante.
Il flusso del TFR che dovrebbe confluire nei fondi pensione e' pari a circa un punto e mezzo del Pil. Nel giro di 10 anni, questo flusso dovrebbe assicurare la gestione di un patrimonio pari a circa un sesto del nostro prodotto lordo.
E' evidente che questa massa di denaro fa gola a molti ed e' per questo che anche la riforma del TFR sembra avviata verso le sabbie mobili, cosi' come e' accaduto a quella del risparmio.
Uno dei temi del contendere riguarda la trasparenza dei fondi pensione nei quali potra' confluire il Tfr, in particolare dei fondi pensione gestiti dalla compagnie assicurative.
"Le condizioni dei fondi pensione in cui potra' confluire il Tfr dovranno essere analoghe per tutti e stabilite dalla Covip. Il dl - continua Maroni - prevede che ci sia un prospetto standard per rendere i prodotti comparabili e tutti, anche quelli assicurativi, dovranno sottostare alle condizioni stabilite dalla Covip''.
E' noto che i prodotti pensionistici attualmente in distribuzione presso le assicurazioni sono carichi di costi e molto vantaggiosi solo per le compagnie. E' noto che una delle prime compagnie di assicurazione che vende questi prodotti sia la Mediolanum del Presidente del Consiglio dei Ministri ed e' anche noto che nel consiglio dei Ministri le forze politiche sulle quali l'Ania (l'associazione delle compagnie di assicurazione) fa maggiormente "sponda"sono quelle che rispondono a Silvio Berlusconi.
Sempre secondo Maroni "ci sono forti pressioni perche' la riforma non venga attuata, in pratica abbiamo 23 parti sociali, che rappresentano oltre il 90% del sistema economico italiano che vogliono la riforma e una sola componente, cioe' l'Ania, che si oppone. Il governo - aggiunge - dovra' decidere se prevale la richiesta delle parti sociali o quella dell'Ania."
Con queste premesse, temiamo di sapere cosa verra' deciso.
 
 
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