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MyWay- 4You: la giurisprudenza sta cambiando orientamento grazie agli accertamenti tecnici
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Editoriale 
28 marzo 2007 0:00
 
Passato il clamore dei media sul caso dei "piani finanziari" del gruppo Monte dei Paschi di Siena denominati MyWay e 4You (ma anche il meno noto "Visione Europa") inizia a farsi strada nei tribunali italiani una giurisprudenza piu' attenta alle reali caratteristiche del prodotto ed alle conseguenti violazioni delle regole di condotta degli intermediari finanziari.
La prima sentenza uscita sull'argomento, nel 2004, fu del Tribunale di Parma e fu una clamorosa vittoria per il gruppo Monte dei Paschi di Siena.
In quell'occasione, anche grazie ad una serie di calcoli errati proposti dalla banca e non contestati da parte attrice, non rilevo' alcuna violazione poiche' ritenne che il piano finanziario fosse un prodotto a capitale garantito ed a rischio basso.
Partendo da questa considerazione di fondo sul prodotto (considerazione palesemente errata) il giudice considero' infondate tutte le "lamentele" del risparmiatore.
A questa sentenza seguirono una serie di altre sentenze (in primis, dello stesso Tribunale e poi di molti altri Tribunali) che richiamavano le argomentazioni del giudice di Parma.
In seguito arrivo' la prima sentenza favorevole ai risparmiatori, del Tribunale di Firenze ( clicca qui.
Si tratto' di una grande vittoria dell'Aduc, ma la maggioranza dei Tribunali continuava a seguire l'orientamento ormai prevalente, sempre basandosi sull'assunto di fondo che il piano finanziario fosse un prodotto "tranquillo".
Alcuni Tribunali particolarmente attenti iniziarono a discostarsi dalla giurisprudenza allora prevalente (e' il caso, ad esempio del Tribunale di Brindisi, di Monza, di Lodi, di Teramo, ecc.).
Molte di queste sentenze favorevoli compresero che il prodotto era molto diverso da come veniva prospettato dalla Banca .
Alcuni di questi tribunali "illuminati" iniziarono a far fare consulenze tecniche a periti del Tribunale per fare chiarezza sulle reali caratteristiche del prodotto.
Grazie a queste consulenze tecniche, i giudici hanno appurato che questi piani finanziari sono tutt'altro che tranquilli piani previdenziali, come prospettato dalla banca, bensi' prodotti speculativi che implicano "una perdita certa e predeterminabile di cui la banca non poteva non sapere" (come ha scritto un perito del tribunale).
Col tempo, una serie di Tribunali ha iniziato a modificare il proprio orientamento.
Sebbene in precedenza, gli stessi tribunali, avevano dato ragione alla Banca, a seguito delle nuove argomentazioni tecniche, sono uscite sentenze dal contenuto diametralmente opposto.
Uno dei primi tribunali che ha modificato orientamento e' quello di Pescara (altra vittoria dei legali che collaborano con l'Aduc) seguito da vari altri Tribunali (fra cui Vercelli e Bari).
Recentemente, finalmente, anche lo stesso Tribunale di Parma, che aveva dato la stura alla pletora di sentenze favorevoli alla banca, ha mutato il suo orientamento.
Anche questa sentenza e' stata preceduta da un approfondimento tecnico svolto da una consulenza tecnica d'ufficio. Il giudice, assistito da un perito, ha compreso la reale natura speculativa e rischiosa del prodotto. Si legge nella sentenza "la stessa ctu espletata ha concluso che, valendo lo Zero Coupon meno della sommatoria delle rate pagate e della rate scadute fino al dodicesimo anno, in caso di recesso anticipato in uno qualsiasi dei primi 12 anni il capitale impiegato viene salvaguardato solo ed unicamente se il valore ed il rendimento dei fondi sono tali da essere almeno uguale alla predetta differenza negativa", inoltre, "... anche il capitale puo' subire un decremento in funzione dell'andamento dei mercati azionari (sempre aleatori per definizione)". "Non vi e' dubbio quindi" - scrive il giudice - "che il tipo di operazione finanziaria presenta un alto rischio per l'investitore, senza considerare le ulteriori perdite che l'investitore subisce in caso di recesso anticipato in termini di costo del finanziamento ottenuto".
Da questo passo si comprende chiaramente come il diverso orientamento del Tribunale di Parma scaturisce da una piu' approfondita conoscenza tecnica del prodotto.
Ricordiamo che sulla base di tale conoscenza tecnica gli ideatori di questi prodotti sono stati addirittura condannati per truffa contrattuale.

Nonostante questo evidente cambio di orientamento della giurisprudenza, la Banca continua a sbandierare le sue numerose sentenze per tentare di influenzare i giudici.
Ovviamente la banca dispone di tutte le sentenze (favorevoli e contrarie) e puo' produrre in giudizio tutte le sentenze a lei favorevoli. Di solito, invece, gli avvocati dei risparmiatori hanno solo poche sentenze che riescono a reperire - fra mille difficolta' - in rete.
Abbiamo pensato, quindi, di mettere a disposizione di tutti un archivio di sentenze favorevoli che si puo' trovare a questo indirizzo: clicca qui.
Inizialmente abbiamo scelto di selezionare solo le sentenze piu' significative, una per tribunale (con l'eccezione di Firenze perche' propongono tre soluzioni tecniche diverse come conseguenze delle violazioni delle regole di condotta). I tribunali che si sono espressi favorevolmente sono: Firenze, Brindisi, Pescara, Teramo, Mantova, Vercelli, Parma, Taranto, Lecce, Torre Annunziata, Rimini, Macerata, Lodi e Monza. Abbiamo un'altra ventina di sentenze che stiamo elaborando (in larga parte degli stessi tribunali).
Invitiamo chiunque avesse a disposizione sentenze in materie di inviarle al nostro indirizzo di posta elettronica [email protected] per poterle aggiungere.
 
 
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