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MyWay-4You: verso la conclusione della vicenda
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Editoriale 
24 gennaio 2006 0:00
 
Dopo circa tre anni dallo scoppio della vicenda dei prodotti MyWay-4You, traendo spunto dalla puntata di Matrix di lunedi' 23 gennaio, e dalla reazione stizzita del gruppo MPS che minaccia azioni "in qualsiasi forma e sede" per tutelare la propria immagine, possiamo fare il punto semi-definitivo della situazione.
Sul piano tecnico e' stato accertato:
1) dall'Antitrust, che i prodotti sono stati pubblicizzati in maniera ingannevole;
2) dalla Consob, che la banca, nella progettazione e commercializzazione dei prodotti MyWay-4You, BtpTel, ecc. ha violato numerose norme del Testo Unico della Finanza.
Quindi, sia il Garante per la Concorrenza ed il Mercato che la Consob hanno aperto istruttorie in merito a questi prodotti che si sono concluse con pesantissime condanne nei confronti della Banca.
In particolare, la Consob ha inflitto al gruppo Monte dei Paschi di Siena la multa piu' pesante che sia mai stata comminata ad un singolo intermediario (chi desidera maggiori informazioni in proposito puo' leggere questo link: clicca qui)
Questi sono i fatti.
Non ci venga a dire, il gruppo Monte dei Paschi di Siena che il problema e' nato a causa dell'incauta (per usare un eufemismo...) acquisizione di Banca 121. Prima di questa acquisizione, infatti, Banca Monte dei Paschi di Siena aveva gia' progettato e venduto un prodotto simile al MyWay-4You, dal nome Visione Europa, che era - se possibile - finanziariamente peggiore dei Piani Finanziari piu' tristemente noti. Anche per questo piano finanziario denominato Visione Europa il Ministero dell'Economia e delle Finanza, con decreto n. 106097 del 5 ottobre 2005 ha comminato, su proposta della Consob, pesanti sanzioni per le accertate violazioni legate alla progettazione e commercializzazione di questi prodotti da parte della Banca Monte dei Paschi di Siena. Prodotti, ripetiamolo, ideati e commercializzati dalla Banca prima dell'acquisizione di Banca 121.
Come dire: chi si somiglia si piglia...

Detto questo, bisogna anche ammettere che il Gruppo Monte dei Paschi di Siena ha saputo mettere a frutto tutta la sua semi-millenaria esperienza per gestire questo problema con l'approccio e le modalita' di sempre: sfruttare il suo potere (in ogni senso) per uscire da questa situazione spendendo il meno possibile e senza ammettere alcuna colpa.
Sul piano della magistratura ordinaria in larga parte ci sta riuscendo. Fino ad oggi, almeno per quanto ne sappiamo, ha perso le cause solo contro gli avvocati che collaborano con l'Aduc. La sua strategia, in ogni modo, e' stata cinicamente impeccabile.
In primo luogo ha coinvolto la maggiorparte delle associazioni dei consumatori con il "metodo" dei tavoli di conciliazione. Metodo che e' stato inventato dal gruppo Monte dei Paschi di Siena e che consiste, in soldoni (e' il caso di dirlo...), nel "coinvolgere" le associazioni di consumatori per questioni di immagine. Sul piano piu' strettamente giudiziario, avendo una disponiblita' economica elevatissima ed essendo la materia estremamente complessa (non alla portata della maggiorparte degli avvocati), la Banca ha deciso di transare tutte quelle cause dove aveva maggiori probabilita' di perdere e coltivare quelle avviate male e/o che presentavano situazioni ambientali favorevoli. In questo modo si e' creata una giurisprudenza di primo grado prevalentemente favorevole alla Banca pur in presenza di accertate violazioni della normativa di settore da parte dell'autorita' specificamente competente. Tutto questo, naturalmente, anche grazie a quel carrozzone tutto italiano del sistema cosi' detto "giudiziario" che e' in realta' quanto di piu' lontano possa esistere dalla Giustizia.
Giuridicamente, quindi, la questione finira' molto probabilmente in Cassazione, ma a prescindere dall'esito, l'invasione di cause e' un problema ormai scongiurato per la Banca.

In sintesi, quindi i fatti sono questi:
1) La banca ha progettato e commercializzato una serie di prodotti finanziari in violazione della normativa allora vigente
2) La maggiorparte delle associazioni di consumatori, che avrebbero dovuto essere dalle parte dei risparmiatori, si e' schierata, di fatto, dalla parte della banca
3) La Cosob, prima di multare la Banca ha atteso che la stessa impostasse la propria strategia difensiva e che la stessa mostrasse i primi segni di successo
4) Buona parte dei risparmiatori che hanno protestato sono stati presi letteralmente in giro con le cosi' dette "soluzioni finestra" (ovvero gli esiti dei tavoli di conciliazione)
5) La stragrande maggioranza dei risparmiatori non ha fatto niente e sta subendo il danno.
6) Una minoranza dei risparmiatori, ben assistiti, ha vinto le cause e/o ha trovato una soluzione transattiva con le Banche del gruppo.

Morale: attraverso il suo potere, il gruppo Monte dei Paschi di Siena ha "passato 'a nuttata" ed i suoi clienti sono rimasti con il cerino in mano.

Sul piano personale questa vicenda ci ha lasciato molto l'amaro in bocca. Come associazione possiamo dire che avevamo visto giusto. Di fatto, pero', tutto l'enorme lavoro che abbiamo fatto e' servito solo ad un piccolo numero di risparmiatori (quei pochi che si sono rivolti a noi invece di continuare a seguire, magari, i consigli degli stessi promotori che li consigliavano di seguire la strada dei tavoli di conciliazione...). In tutta questa vicenda abbiamo potuto toccare con mano tante cose veramente sporche che non possiamo neppure pubblicare non avendo prove documentali da poter esibire in caso di querele. A molti lettori sembrera' impossibile, ma la cosa - in tutta questa vicenda - che piu' ci ha lasciato esterrefatti e' il comportamento di un risparmiatore che dopo aver sottoscritto un MyWay con un promotore finanziario, lo stesso che gli ha poi consigliato di sottoscrivere anche un "4 You" per mediare le perdite, a tutt'oggi continua a seguire le indicazioni di questo promotore il quale ha avuto anche la spavalderia di dirci: "non siamo noi a fregare i clienti, sono i clienti a voler essere fregati..."

Noi continuiamo a offrire il servizio di Aduc-Investire Informati nella speranza che la frase di questo promotore finanziario possa non applicarsi ai nostri lettori.
 
 
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