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Norme sulla tutela del risparmio: tante delusioni ed una piccola soddisfazione.
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Editoriale 
27 luglio 2004 0:00
 
Nelle ultime settimane il panorama delle iniziative politiche a tutela dei risparmiatori e' stato un crescendo di delusioni sempre piu' cocenti.
Come piu' volte abbiamo scritto in questi editoriali, la riforma del risparmio si e' arenata.
Ci sono una serie di urgenze che potevano (e dovevano) essere affrontate e risolte, che si sono sperse nella palude del "teatrino della politica". Sembrava che la "poltrona a vita" del Governatore della Banca d'Italia fosse il principale tema del contendere, ma noi restiamo convinti che cio' che ha realmente bloccato la riforma del risparmio sia la pressione delle compagnie assicuratrici che non vogliono sentir parlare di equiparazione delle "polizze a prevalente contenuto finanziario" con i normali prodotti finanziari. Vogliono continuare a poter vendere le loro "schifezze" che sono in tutto e per tutto prodotti finanziari senza sottostare a tutte le sacrosante norme a tutela del risparmiatore che sono giustamente previste per questi prodotti.

I politici continuano a litigare (sia nella maggioranza che nell'opposizione) e le nuove norme continuano ad essere rimandate mentre le compagnie assicuratrici continuano ad ingrassare vendendo le loro schifezze che fanno pagare agli ignari risparmiatori.
Quando le norme vengono approvate (almeno parzialmente, da un ramo del Parlamento) le cose vanno, se possibile, peggio. E' di questi giorni la notizia che la Camera ha approvato la legge per l'istituzione dell'Azione Collettiva (non chiamiamola "Class Action", per pieta'). La legge dovra' passare dal Senato e speriamo venga corretta.
La "Class Action", cosi' come prevista negli Stati Uniti, da la possibilita' al singolo cittadino di avviare un'azione collettiva, sta poi al giudice valutare quale rappresentate della classe (chiamato "lead plaintiff") e' maggiormente affidabile per curare gli interessi dell'intera classe.
Il diritto, quindi, e' in capo al singolo. La legge approvata dalla Camera, in puro stile "italiota", assegna la legittimita' ad agire solo alle associazioni di consumatori che fanno parte del Consiglio presso il ministero delle Attivita' Produttive, che vengono presentate come le piu' rappresentative. Di questo Consiglio l'Aduc non ne ha mai fatto parte per scelta, e ne ha contestato l'esistenza fin dalla sua costituzione: si tratta di un organismo diretto dalla principale controparte dei consumatori (il ministero), che di fatto eroga una sorta di finanziamento pubblico ai suoi componenti per il fatto stesso di esistere (come il finanziamento pubblico ai partiti), organico alla legge italiana che, invece di affidare diritti al singolo cittadino consumatore, li affida alle associazioni. Un luogo in cui ci sentiremmo sinceramente a disagio. Riguardo alla rappresentativita', e' tutta da capire, in quanto, per esempio, in questo Consiglio ci sono anche associazioni presenti in una sola citta'. Si tratta, a nostro avviso, non di una discriminazione in base alla rappresentativita' (che, magari, potrebbe deciderlo il giudice analizzando la richiesta specifica e non la storia del soggetto che gliela presenta), ma politica: rispetto al fatto che si faccia parte della consorteria presso il ministero e che se ne accettino le logiche e le spartizioni. Cioe', per chiedere giustizia, non basta essere cittadini, ma occorre aver dato dimostrazione di fedelta' ad una politica piuttosto che un'altra.
L'azione collettiva e' uno strumento potentissimo nelle mani dei consumatori, ma deve essere uno strumento, appunto, nelle mani dei consumatori, non nelle mani delle associazioni dei consumatori, che sono una cosa ben diversa. Come ben diversi sono i singoli cittadini dai partiti politici che raggruppano gli interessi politici degli stessi.
Chi puo' garantire che le associazioni di consumatori abbiano le migliori competenze per affrontare un'azione collettiva sul caso specifico? E chi garantisce che gli interessi delle associazioni collimino con quelli dei cittadini che vogliono far valere i propri diritti nel caso specifico?
Il caso del MyWay-4You, ad esempio, non ha insegnato proprio niente.?
Immaginiamoci un'azione collettiva sul quel tema promossa dalle associazioni di consumatori che hanno partecipato al tavolo di conciliazione. sarebbe stato senza dubbio un disastro. Mancano le competenze specifiche. Chiunque abbia vissuto il caso sulla propria pelle se ne e' reso conto.

In mezzo a tanta delusione, c'e' da segnalare che in Parlamento giace dal 15 Giugno scorso una proposta di legge che l'Aduc seguira' con particolare attenzione, perche' la riteniamo molto utile per la tutela dei risparmiatori. Si tratta della proposta di legge n. 5058, avente ad oggetto "l'introduzione dell'articolo 23-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, (cioe' il Testo Unico della Finanza) in materia di tutela dell'investitore dalle operazioni finanziarie inadeguate". La proposta di legge (su iniziativa degli onorevoli Delmastro Delle Vedove, Ghiglia, Ricciuti, tre deputati della maggioranza) , inserendosi perfettamente nel quadro normativo attuale, prevede:
- l'utilizzo di un documento per la determinazione del profilo del cliente redatto secondo uno schema della Consob.
- l'espressa nullita' delle operazioni finanziarie inadeguate
- la specifica funzione della Consob di esprimere un proprio parere, ancorche' giuridicamente non rilevante, in merito all'adeguatezza dell'investimento rispetto al profilo del cliente.

I dettagli sul questa proposta di legge, nonche' l'evoluzione dell'iter parlamentare, possono essere letti sul sito della Camera a questo indirizzo: clicca qui

Questa legge, ovviamente, non risolverebbe tutti i problemi. Gli intermediari potrebbero, ad esempio, far firmare in bianco il documento per la determinazione del profilo di rischio. Nessuna legge puo' imporre la correttezza. E' evidente come il cuore del problema sia il fatto che gli intermediari finanziari, di fatto, sono un oligopolio quasi impossibile da scalzare. Cio' premesso, noi crediamo che nella situazione attuale, questa semplice modifica normativa innalzerebbe moltissimo il livello di protezione legislativa dei risparmiatori e per quanto possibile cercheremo di appoggiare questa meritoria iniziativa.
 
 
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