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Nuove regole per i mercati finanziari: conoscere per negoziare...
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Editoriale di Alessandro Pedone
12 novembre 2008 0:00
 
I mercati finanziari hanno bisogno di nuove regole. Questo concetto sembra oramai divento un assunto largamente condiviso. 
Al momento, i governi mondiali sembrano impegnati principalmente a gestire l’emergenza e si parla ancora poco di come strutturare le regole future. 
Nel precedente editoriale abbiamo accennato ad alcune soluzioni che noi troviamo largamente condivisibili proposte, prevalentemente, da Robert Shiller. (1)
Vorremo adesso soffermarci su una proposta che, a meno di nostre mancanze, non ci sembra sia stata ancora formulata da nessuno: l’introduzione di norme per la conoscenza sugli operatori dei mercati finanziari. Proviamo ad articolare meglio il concetto. 
Chi deve prendere una decisione sul detenere, acquistare o vendere uno strumento finanziario oggi dispone di alcune informazioni sullo strumento (dai quali dovrebbe poter ricavare il valore teorico) e la serie storica dei prezzi di mercato (oltre ai volumi di scambio).  In situazioni “normali” queste informazioni dovrebbero essere sufficienti ad assumere decisioni razionali. 
Il problema, gia’ affrontato a lungo da Keynes, e’ che prendere decisioni razionali in un contesto non razionale e’ una pessima idea. Usando un gioco di parole potremmo dire che non e’ razionale, fare i razionali quando gli altri non sono razionali...
Sovente la decisione giusta non scaturisce dalla valutazione circa il prezzo dello strumento finanziario rispetto al valore teorico, bensi’ al prezzo di oggi rispetto a cio’ che gli altri operatori finanziari ritengono che possa essere il prezzo futuro. 
Si tratta, in altre parole, di valutazioni non tanto sul valore dello strumento finanziario, ma sulle proprie attese rispetto alla media delle attese degli altri operatori... 
Nella sua famosissima metafora del “concorso di bellezza” Keynes illustra questo concetto paragonando i mercati finanziari a: “quei concorsi dei giornali, nei quali i concorrenti devono scegliere i sei volti piu’ graziosi fra un centinaio di fotografie, e nei quali vince il premio il concorrente che si e’ piu’ avvicinato, con la sua scelta, alla media fra tutte le risposte; cosicche’  ciascun concorrente deve scegliere, non quei volti che egli ritenga piu’ graziosi, ma quelli che ritiene piu’ probabile attirino i gusti degli altri concorrenti, i quali a loro volta affrontano tutti quanti il problema dallo stesso punto di vista.
Non si tratta di scegliere quelli che, giudicati obiettivamente, sono realmente i piu’ graziosi,
e nemmeno quelli che una genuina opinione media ritenga i piu’ graziosi. Abbiamo raggiunto il terzo grado, nel quale la nostra intelligenza e’ rivolta ad indovinare come l’opinione media immagina che sia fatta l’opinione media medesima. E credo che vi siano alcuni che praticano il quarto, il quinto grado e oltre
”. 
Purtroppo le valutazioni circa il valore degli strumenti finanziari, in certe condizioni, possono influenzare il valore “reale” (qualunque cosa esso significhi). 
Fintanto che le caratteristiche degli operatori sono piuttosto variegate (diversi orizzonti temporali, diverse filosofie d’investimento, ecc.) va tutto bene:  in questi contesti “normali”  i mercati finanziari si dimostrano molto efficienti. 
I problemi sorgono in quei frangenti nei quali il mercato e’ dominato da pochi operatori e tutti aventi caratteristiche molto simili. In questi contesti si innescano meccanismi auto-alimentanti che possono provocare conseguenze pesantemente negative. 
In queste circostanze l’informazione di sintesi sul prezzo e sui volumi scambiati non fornisce informazioni sufficienti per prendere decisioni appropriate. Sarebbe molto utile conoscere:
  • quali tipologie di operatori finanziari (fondi pensione, fondi comuni d’investimento, hedge funds, istituzioni finanziarie, grandi aziende, singoli investitori, ecc.), ed in che percentuale, hanno concorso alla determinazione del prezzo in un dato momento
  • quali tipologie di operatori finanziari, ed in che percentuale, detengono determinati strumenti finanziari. 
    Lo studio dell’incrocio di questi dati, a nostro avviso, aiuterebbe ad innescare meccanismi interni di prevenzione della formazione di bolle e fornirebbe, al tempo stesso, alle autorita’ di vigilanza maggiori strumenti per identificare e prevenire questi fenomeni.

    Scendendo nel concreto, proponiamo che tutte le transizioni relative a strumenti finanziari quotate siano associate a dati statistici, verificati dagli intermediari con procedure stabilite dalle autorita’ di vigilanza, relativi alle caratteristiche dei soggetti che hanno effettuato la transazione. I dati statistici aggregati dovrebbero essere gratuitamente disponibili presso i siti web delle societa’ che gestiscono i mercati finanziari in formati file aperti. 

    Naturalmente questa proposta non ha la pretesa di essere la soluzione a tutti i mali della finanza. Siamo anche consapevoli del fatto che durante la prima fase di rodaggio potrebbero esserci effetti opposti a quelli per i quali questa proposta e’ stata formulata, siamo convinti, pero’ che nel medio termine  i vantaggi che deriverebbero dalla sua applicazione sarebbero infinitamente piu’ grandi dei minimi costi che prevede.

    (1) http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=238499
 
 
 
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