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Nuovo scenario politico e mercati finanziari
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Editoriale di Alessandro Pedone
2 ottobre 2013 16:46
 
  I mercati finanziari avevano capito fin da lunedì che la crisi di Governo sarebbe stata presto ricomposta. Non potevano sapere, però, che sarebbe finita con un colpo di scena come quello che si è manifestato oggi: dopo aver provocato la crisi di governo, Berlusconi è stato costretto da una parte consistente del suo partito a votare la fiducia al fine di non rendere palese la scissione del suo partito.
Tatticismi a parte, la sostanza non cambia. La giornata di oggi ha segnato un altro tassello importante della parabola discendente di Berlusconi che è iniziata nel 2011, con la caduta dell'ultimo Governo Berlusconi.
Ci ricordiamo tutti il clima che si respirava allora. Nel contesto internazionale tutti consideravano Berlusconi non adeguato (unfit, come scrisse un famoso settimanale internazionale) a guidare il governo e veniva ridicolizzato in ogni modo, fino alle famose risatine fra la Merkel e Sarkozy.
In quel momento è iniziata la parabola discendente di Berlusconi che ha visto una seconda tappa fondamentale nella condanna definitiva per frode fiscale avvenuta pochi mesi fa.
Ciò che è successo oggi costituisce un altro tassello fondamentale: Berlusconi non controlla più una fetta consistente del suo stesso partito, inclusi tutti i componenti che fanno parte del Governo.
Dopo la giornata parlamentare di oggi Berlusconi non è più un azionista determinante del Governo.
Nelle prossime settimane decadrà come Senatore e nelle prossime elezioni potrà guidare la campagna elettorale della sua nuova Forza Italia, ma non potrà essere candidato né al Parlamento né, tantomeno, come Premier.
Si può affermare che da oggi la parabola discendente di Berlusconi ha sancito la sua prima tappa istituzionale.
Indubbiamente il Governo Letta esce fortemente rafforzato ed acquisisce una prospettiva temporale non più di pochi mesi, ma almeno fino a dopo il semestre di presidenza Europeo, quindi fino al 2015. Ciò che accadrà nei prossimi mesi nel PD costituisce una incognita. Secondo le indiscrezioni dei giornali si sarebbe formata una sorta di patto fra Renzi e Letta affinché il primo, una volta acquisita la segreteria del partito (cosa data ormai quasi per scontata) non faccia il continuo controcanto al Governo ma lo appoggi concretamente, non solo a parole.
Se ciò accadrà, finalmente, potrebbero maturare le condizioni per avviare una serie di riforme in primis istituzionali.
Se ciò dovesse accadere, quali potrebbero essere le conseguenze possibili per i mercati finanziari di questa novità politica?
In primo luogo potremmo evitarci un nuovo downgrading dalle agenzia di rating che è stato letteralmente ad un passo nelle scorse ore. Lo spread potrebbe tornare a scendere e Piazza Affari a salire. Come sappiamo i mercati finanziari amano principalmente la stabilità politica. Qualora questo governo riuscisse a fare realmente le riforme istituzionali, allora i vantaggi per i mercati finanziari potrebbero essere di medio-lungo termine.  
 
 
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