testata ADUC
Polizze ex Roma Vita della serie Performance: transazioni pensabili solo in Italia
Scarica e stampa il PDF
Editoriale di Alessandro Pedone
4 marzo 2009 0:00
 
Abbiamo ricevuto molte domande e contatti sul problema delle polizze ex Roma Vita, oggi CNP Unicredit Vita, che ci chiedono se sia opportuno o meno firmare le transazioni proposte dalla banca.
In sostanza ci troviamo con un contratto che giuridicamente garantisce al contraente il capitale versato a scadenza e la compagnia assicuratrice (attraverso la banca) propone una transazione per restituirne solo la meta’. Abbiamo affrontato la questione specifica in questo articolo: clicca qui
Se fossimo in un Paese civile, nessuna compagnia di assicurazione avrebbe avuto l’ardire proporre una cosa del genere.
Se fossimo in un Paese nel quale le autorita’ di vigilanza si ponessero il problema di tutelare i risparmiatori, una eventuale iniziativa del genere sarebbe stata immediatamente bloccata.
Se fossimo in questo auspicato Paese, i clienti che si vedessero fare una proposta del genere farebbero una gran pernacchia alla banca.
Purtroppo siamo in Italia e la maggioranza dei sottoscrittori di queste polizze aderira’ alla transazione proposta dalla banca. Un piccolissimo numero di clienti e’ informato dei propri diritti contrattualmente previsti. I pochi che sono informati si pongono (giustamente) il problema di un sistema giudiziario che e’ allo sfascio e che fa una paura terribile a coloro che devono far valere i propri diritti.
Molti ci hanno chiesto se come associazione possiamo tutelare giudizialmente chi decide di non aderire alla transazione. E’ bene quindi precisare, per l’ennesima volta, che nessuna associazione puo’ tutelare giudizialmente nessuno. Per fare un’azione legale serve sempre un avvocato. Molte associazioni hanno avvocati con i quali collaborano, ma non e’ mai l’associazione che tutela direttamente nessuno.
Noi ci siamo impegnati a seguire il caso, il che significa che daremo tutta l’informazione possibile. Naturalmente, poi, se la compagnia riterra’ di non dar seguito all’impegno chiarissimamente assunto con l’art. 5 delle condizioni di polizza, ciascuno potra’ rivolgersi ad un avvocato per fare l’azione legale necessaria per ottenere quanto dovuto.
Sembra che l’idea di rivolgersi ad un tribunale per far valere un contratto spaventi terribilmente. Questo fornisce la misura di quanto sia ormai allo sfascio il sistema giudiziario italiano. Qualche minuto fa ho terminato di parlare al telefono con una cliente della compagnia, laureata in legge, che mi diceva di concordare perfettamente sul piano giuridico, ma comunque temeva di avviare un’azione giudiziaria.
Che Paese e’ mai questo?
 
 
EDITORIALI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS