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PosteVita: e' ufficiale, anche lo Stato tradisce i risparmi dei pensionati
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Editoriale di Alessandro Pedone
4 febbraio 2009 0:00
 
Dopo molti anni passati nel mondo degli investimenti finanziari, pensavo di aver visto ormai di tutto. Passano gli anni e divento, purtroppo, sempre piu' cinico. Ho visto banche, ed in generale istituzioni finanziarie, ingannare risparmiatori in ogni modo e con gli stratagemmi piu' spregevoli. Piano piano, ci ho fatto l'abitudine. Non riesco piu' ad avvertire la stessa indignazione, lo stesso moto interno, che provavo anni fa. Mi sembra quasi "normale" che le banche tendano ad ingannare i propri clienti quando si tratta di investimenti.
La vicenda delle Poste (per gli approfondimenti, si puo' leggere qui: clicca qui), invece, mi e' sembrata subito diversa. Oltre settantamila piccolissimi risparmiatori, spessissimo pensionati, sono stati ingannati da una societa' direttamente controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze attraverso strumenti finanziari complessissimi che implicavano rischi difficilissimi da calcolare. Quando la "bomba" e' scoppiata, quella stessa societa' (Poste Vita s.p.a) propone una "soluzione" che rappresenta un secondo inganno, fra l'altro perfettamente riuscito. Invece di chiedere scusa ed assumersi le perdite, le Poste propongono un allungamento degli investimenti ma non coprono le perdite "reali" (cioe' al netto dell'inflazione) che si aggirano nell'intorno del 30%. Sono poche, pero', le persone che riescono a capire l'importanza della valutazione degli investimenti piu' che decennali in termini reali e non in termini nominali. Cosi' le Poste (cioe' il Ministero dell'Economia e delle Finanze, cioe' lo Stato) si permettono di ingannare i poveri pensionati come una qualsiasi Banca privata.
Ti aspetteresti che tutto questo susciti indignazione fra la stampa (almeno quella specializzata).
Niente. Un paio di articoletti e tutto passa.
Non soltanto, viviamo in un Paese nel quale le istituzioni finanziarie normalmente, come prassi, ingannano i propri clienti quando si tratta di investimenti. Abbiamo fatto un salto di qualita' enorme. Da oggi possiamo affermare che e' direttamente lo Stato pronto ad ingannare i propri cittadini provocandogli gravi perdite reali attraverso dei veri e propri inganni.
Tutto questo avviene perche' i media, in generale, volontariamente o involontariamente, da decenni hanno ormai rinunciato di fare informazione. Non e' tanto un problema di assenza di giornalisti, quanto un problema di assenza di puri editori (e solo di conseguenza di giornalisti all'altezza delle situazioni).
Rendiamoci conto, ormai, che viviamo in un Paese drammaticamente arretrato sul piano della tutela sostanziale dei diritti (in generale, ma in questo contesto, nello specifico) degli investitori.
Sul piano formale, il livello di tutela sarebbe molto elevato, quando poi si va a verificare come vengono applicate le norme scritte ci si rende conto che e' perfino lo Stato a mettere le mani dentro i portafogli dei risparmiatori piu' bisognosi...
Forse, dopo questa vicenda, non ci sara' piu' niente che possa provocarmi indignazione...
 
 
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