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Processo Parmalat: puo' finire tutto in una bolla di sapone?
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Editoriale 
8 marzo 2006 0:00
 
Il primo troncone del processo Parmalat e' ormai entrato nel vivo del dibattimento.
Dalle pubbliche dichiarazioni dei vari soggetti ascoltati nelle udienze si sta delineando con chiarezza la verita' di uno dei piu' grandi crack finanziari della storia d'Italia.
Enrico Bondi nella sua deposizione presso il Tribunale di Milano, ha descritto minuziosamente le modalita' con cui Parmalat e' stata tenuta artificialmente in vita nonostante lo stato di dissesto in cui si trovava gia' da molti anni. "E' fuori dubbio-ha detto Bondi- che le banche fossero a conoscenza della reale situazione di Parmalat".
Si sta facendo luce, in particolare, sulle responsabilita' della Banca di Roma e della Bank of America oltre che, naturalmente, su quelle degli amministratori e dei revisori.
Il 7 marzo e' stata la giornata della dichiarazioni spontanee di Callisto Tanzi il quale, anche per sminuire le sue responsabilita', ha gettato tutta la croce addosso alle banche (sostenendo, di fatto, la principale tesi dell'accusa). Ha sfiorato il ridicolo sostenendo che lui non sapesse che le obbligazioni venivano vendute al pubblico retail nelle banche...
. Per i migliaia di risparmiatori che si sono costituiti parti civili nei processi penali c'e' la speranza che si giunga presto ad una sentenza di primo grado la quale aprirebbe, quasi automaticamente, la strada ad un parziale rimborso da parte dei soggetti piu' solvibili (in primis, le banche coinvolte).
Le prove che il dibattimento sembra far emergere sono piuttosto convincenti. Il problema non e' sul piano probatorio quanto sul pericolo che, nonostante il grande lavoro che il Tribunale di Milano sta facendo, non si faccia a tempo ad arrivare alla sentenza nei tempi utili per evitare la prescrizione.
E' chiaro che gli avvocati difensori hanno inventato tutto quello che si potevano inventare per tentare di allungare i tempi, ma il rischio rimane.
Dopo tutti questi anni, sarebbe veramente assurdo se tutto finisse in una bolla di sapone.
L'Italia puo' permettersi una beffa del genere?
 
 
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