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Se porta un cambiamento vero, ben venga uno choc finanziario
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Editoriale di Alessandro Pedone
2 novembre 2011 15:55
 
Lo abbiamo ripetuto molte volte su questo sito. L'Italia è un Paese economicamente e patrimonialmente solido. Il nostro debito pubblico è un problema molto serio, ma è un problema gestibile da un governo credibile. Scrivere questo all'indomani di uno choc finanziario che ha visto lo spread BTP/BUND a 450 può sembrare paradossale, ma non lo è affatto.
Ciò che invece è paradossale è dire che uno choc come quello di ieri è benvenuto!
Se non fosse "sufficiente", sarebbe benvenuto anche uno choc peggiore!
Sufficiente a cosa? Sufficiente a determinare un cambiamento di Governo. Se fino ad Agosto, la valutazione sul Governo in carica poteva essere una questione politica, oggi, la questione è anche tecnica-finanziaria. Una delle premesse per uscire da questa crisi finanziaria è il cambiamento di questo Governo. Questa non è una considerazione politica, è una valutazione tecnica che deriva dalla conoscenza dei mercati finanziari e dall'osservazione delle reazioni degli stessi negli ultimi tre mesi. I mercati finanziari non hanno sempre ragione, anzi, non di rado sbagliano, ma alcune reazioni tipiche sono facilmente identificabili. Odiano l'incertezza e tendono a muoversi sulla base del "sentiment" che matura principalmente attraverso i canali d'informazione specializzati come Bloomberg, Reuters, il Financial Times, il Wall Street Journal, ecc.
L'opinione largamente condivisa, diciamo quasi unanime, giusta o sbagliata che sia, presso gli operatori finanziari è che Berlusconi sia inadeguato ("unfit" per usare l'espressione del Financial Times) a gestire l'attuale crisi. E' senza dubbio vero che questa crisi non è tutta colpa del Governo in carica. Anche il tracollo di ieri è stato innescato certamente dall'inaspettata decisione del Governo greco di sottoporre a referendum il piano di aiuti. Al punto in cui siamo, però, non è questo che conta. Conta invece, e molto, l'opinione che i mercati hanno dell'attuale Governo. Tale opinione, infatti, implica dei costi molto elevati per l'Italia che dobbiamo pagare solo per la caparbietà di un politico che non vuole accettare la realtà e farsi da parte. La costituzione di un Governo del Presidente (tecnico, di salvezza nazionale, di grande intese, o come lo si voglia chiamare) a guida Mario Monti (o persona similmente autorevole) costituirebbe la premessa per una soluzione del problema che è possibilissima.
L'Italia possiede le risorse per uscire da questa situazione. Possiede anche risorse per continuare a barcamenarsi per mesi, buttando al vento le tasse degli italiani e continuando a far sottoscrivere titoli di stato a tassi assurdi.
Contrariamente a quello che si sente su alcuni media, il livello del 6,5/7% di tassi d'interesse da pagare sul decennale non è il livello oltre il quale l'Italia diventerà insolvente. Queste sono sciocchezze buone per un programma televisivo. E' però verissimo che l'Italia non può accettare che questi spread continuino per anni. Lo choc finanziario di ieri ha prodotto, fortunatamente, un clima politico che sembra favorire un cambio di Governo.
Può darsi che l'ottusa ostinazione di Berlusconi lo porti a restare in sella ancora qualche settimana, o magari qualche mese. Se così fosse, dovremmo aspettarci uno choc ancora maggiore. Magari un'asta dei titoli di stato non pienamente sottoscritta oppure uno spread che sfonda quota 500.
Naturalmente, ci sarebbe da sperare che prevalga il buon senso, ma è difficile da prevedere.
E' ragionevole attendersi che questo Governo verrà licenziato dai mercati finanziari, ma è difficile dire se questa è la volta buona.
In ogni caso, l'Italia ha la forza di sopportare questo strazio, il problema è che ci costerà sempre di più in termini di tasse e tagli ai servizi pubblici.
 
 
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