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I software per il calcolo del gap previdenziale
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Editoriale 
9 gennaio 2007 0:00
 
Praticamente tutti i gruppi bancari che vendono piani previdenziali integrative hanno sul proprio sito un software che calcola il gap previdenziale.
Di solito, basta inserire pochi dati (data di nascita, tipo di lavoro, reddito attuale e poco altro) e, magicamente, ci viene detto che in pensione ci manchera' qualcosa come il 20% del proprio reddito (nei casi migliori).
Questi software vengono messi in mano anche ai vari venditori di polizze che si trasformano cosi', sempre magicamente, in "consulenti previdenziali".
Purtroppo, le cose sono molto piu' complicate di come questi software ce le vorrebbero presentare.
Solitamente, i software sono "tarati" per spaventare i lavoratori e presentargli un quadro piu' preoccupante di quello che effettivamente e' (non che il problema non esista, ma non esiste nella misura in cui questi software dicono).
Sarebbe necessario informare i lavoratori (ed anche i "consulenti" di cui sopra) su come interpretare il dato sul gap previdenziale.
Gli studiosi dei sistemi pensionistici, normalmente, utilizzano il concetto di "tasso di sostituzione" per indicare il rapporto fra l'ultimo reddito percepito e la pensione attesa (abitualmente viene calcolato al lordo della tassazione). La differenza fra la stima dell'ultimo reddito percepito e quella della pensione viene anche chiamato gap pensionistico o previdenziale.
In primo luogo, non e' detto che l'ultima retribuzione percepita sia il miglior parametro di riferimento per calcolare l'importo della pensione necessaria. Secondariamente, e' tutt'altro che facile stimare l'andamento futuro dei propri redditi (in particolare per gli autonomi). Per di piu', questi software, di solito, stimano anche il reddito passato sulla base del reddito attuale. La storia retributiva del lavoratore (specialmente se lavora da molti anni) indice in maniera drammatica sul gap pensionistico e per di piu' (diversamente da quella futura) puo' essere indicata con precisione evitando le inesattezze legate a qualunque stima. In terzo luogo, spesso questi software calcolano il gap pensionistico al lordo dell'imposizione fiscale. L'effetto fiscale, invece, e' importante: il gap previdenziale al netto dell'imposizione fiscale e' assai piu' basso (mediamente un gap previdenziale lordo del 30%, puo' ridursi ad un 20% a seguito dell'effetto tassazione) ed e' ovvio che cio' che interessa il lavoratore e' il dato netto. Nella stima del gap pensionistico, vi sono alcune variabili che incidono pesantemente nel risultato finale. Abbiamo gia' detto della stima del tasso di crescita del proprio reddito. Se si stima un tasso di crescita abbastanza elevato (ad esempio inflazione + 3%), il gap pensionistico viene piu' alto rispetto ad un tasso di crescita basso (inflazione + 1%), ma anche la pensione stimata (in valore assoluto) e' piu' alta. Solo che il potenziale cliente ha l'impressione che la situazione sia peggiore. Ci sono poi alcune variabili molto difficili da stimare come il tasso di crescita dell'economia nei prossimi anni. Questa variabile incide fortemente perche', nel sistema contributivo, il montante e' rivalutato annualmente in base alla media del PIL degli ultimi 5 anni. Una differenza nel PIL "stimato" dell'1% può fare una differenza nel gap pensionistico del 15%. Ma quale sara' il PIL "giusto"? E' ovviamente impossibile da dire, e' necessario, pero', informare il lavoratore sulla aleatorieta' di questo dato.
Si tratta, quindi, di maneggiare con cura questi strumenti, avendo le competenze necessarie sia per inserire i dati corretti che per interpretarne i risultati.
E' di tutta evidenza, pero', che cio' che interessa le banche e le assicurazioni non e' affatto fornire una informazione corretta ai lavoratori, bensi' indurlo a sottoscrivere il proprio prodotto. Per questo, troppe informazioni potrebbero "confondere" il potenziale cliente invece di stimolarlo a comprare.
Il messaggio che deve arrivare e': "con la riforma, se non sottoscrivi questo prodotto, in pensione sarai molto piu' povero di adesso, firma qui, qui e qui".
Per questo, abbiamo ritenuto doveroso fornire un servizio di informazione indipendente e privo di conflitti d'interesse, come nel nostro stile, sul tema della previdenza e della riforma del TFR (chi e' interessato puo' trovare le informazioni a questo indirizzo: clicca qui). Il tempo e lo sforzo organizzativo che ci e' richiesto per questo servizio e' veramente notevole, ma siamo convinti che il tema della previdenza sia uno dei temi centrali nel campo degli investimenti finanziari per i prossimi anni.
 
 
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