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Trasparenza sui mercati finanziari: a cosa serve la Consob? Il caso della comunicazione dei costi degli investimenti finanziari
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Editoriale di Alessandro Pedone
13 febbraio 2019 12:25
 
Sembra che le associazioni delle banche e degli intermediari finanziari (Abi, Assoreti, AssoSim ed Assogestioni) siano andati dalla Consob a dire che non sapevano come fare per applicare l'obbligo di legge che impone, almeno una volta all'anno, di comunicare ai clienti tutti i costi effettivamente applicati nell'anno precedente per i servizi d'investimento finanziario (1).
Pare che il risultato di questo colloquio sia stato quello di proporre all'ESMA (cioè l'autorità Europea per i mercati finanziari, in pratica l'autorità che sta “sopra” la Consob) l'avvio di un “tavolo di lavoro” per fornire alcuni chiarimenti in merito alla stesura di questi rendiconti.

A nostro modesto giudizio, questa vicenda dimostra in maniera lampante quanto in Italia abbiamo un problema grave con la Consob che non interpreta il suo ruolo a tutela degli investitori e per la trasparenza dei mercati finanziari, come ci si dovrebbe aspettare da un'autorità indipendente che è preposta proprio a questo scopo. Sicuramente la mancanza di una guida ha contribuito, ma – purtroppo – dobbiamo constatare che è proprio la cultura interna stratificata negli anni che li rende più burocrati che non applicatori dello spirito delle norme.

Cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando.
Dopo anni di discussioni, con tanto di procedure pubbliche per la raccolta di pareri da parte di tutti i soggetti interessati, viene approvato il 25 aprile 2016 (ripetiamolo duemilaSEDICI) il Regolamento Delegato UE 2017/565 della Commissione Europea la quale, nell'articolo 50 indica con chiarezza l'obbligo per gli intermediari di comunicare tutti i costi legati agli investimenti sia ex-ante, come stima, sia ex-post, almeno una volta all'anno, indicando con un'apposita tabella allegata ciò che deve essere considerato costo.
Questa direttiva entra in vigore il 3 gennaio 2018, cioè oltre un anno fa.
Dalla sua emanazione all'entrata in vigore, se ci fosse stato bisogno di chiarimenti, le banche e gli intermediari finanziari avrebbero avuto un anno di tempo per chiedere, ma non risulta che abbiano fatto alcunché.
Dal 2018, leggendo in modo stringente il testo della norma, avrebbero già dovuto essere comunicati i costi complessivi per i rapporti del 2017. Secondo interpretazioni ESMA, è stato concesso in pratica un anno di tempo agli intermediari ed è stato concesso di fare questa comunicazione dopo un anno dall'entrata in vigore, ma in caso di chiusura dei rapporti, anche nel 2018, le banche avrebbero dovuto fare questa comunicazione anche per la parte dell'annualità che ricadeva nel 2017.
Non ci risulta che nessuna banca abbia applicato questa parte della norma nel 2018 e non ci risulta che la Consob abbia fatto alcuna verifica in merito.
Ad un anno di distanza dall'entrata effettiva della norma, ed oltre due anni e mezzo dall'emanazione, le banche si presentano davanti alla Consob a lamentare che c'è qualcosa che non gli torna...
Cosa fa la Consob davanti ad una palese esplicitazione di violazione delle norme di trasparenza? Invece di rimbalzarli e dire loro che è gravissimo che non si siano preparati per tempo, avrebbe accolto una proposta di aprire un tavolo di chiarimento con l'ESMA.
Un'autorità pubblica che avesse realmente a cuore la trasparenza dei mercati e gli interessi degli investitori avrebbe fatto un'attività di pressione sugli intermediari finanziari per tempo affinché si preparassero. Davanti ad una riunione del genere, cioè davanti all'evidenza che tutti gli intermediari stanno violando la legge, perché non sono tecnicamente pronti ad applicarla (ricordiamo che davanti ad una chiusura di rapporto di un cliente la banche già oggi sono obbligate a fare questa comunicazione che loro dicono di non sapere come fare, quindi stanno già oggi violando la legge, a prescindere da qualsiasi interpretazione) la Consob avrebbe dovuto aprire un procedimento sanzionatorio, non accogliere una richiesta di chiarimenti oltre tempo massimo.

La trasparenza dei mercati finanziari è la principale responsabilità della Consob.
La comunicazione dei costi ex-post è lo strumento principe di questa trasparenza.
Se la Consob non è in grado di far rispettare neppure il fondamento della trasparenza nei mercati finanziari, ci domandiamo, francamente, a cosa serva la Consob.

1 - Lo abbiamo appreso grazie al lavoro di un giornalista del Sole 24 Ore, Gianfranco Ursino
 
 
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