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UE e trasparenza finanziaria: bene il 'KID', ma non cambiera' la sostanza delle cose
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Editoriale di Alessandro Pedone
30 aprile 2014 16:17
 
Il 15 Aprile scorso è stata approvata dal Parlamento Europeo la proposta della Commissione Europea (che risaliva al 2012) in materia di trasparenza precontrattuale per i risparmiatori che investono in prodotti d'investimento al dettaglio preassemblati (i così detti PRIPs: Packaged Retail Investment Products).
La norma prevede che ogni strumento finanziario preassemblato (cioè fondi comuni d'investimento, investimenti assicurativi, prodotti strutturati, ecc.) venduto ad investitori non professionali sia accompagnato da un documento informativo particolarmente semplice e breve (massimo 3 pagine) che dovrà contenere tutte le informazioni rilevanti (il documento viene chiamato KID, che sta per Key Information Document) per fare una scelta d'investimento consapevole.
Lo schema del documento dovrà essere tale da rendere facilmente confrontabile per ogni investitori le varie proposte che gli vengono sottoposte sulle questioni centrali come: tipo d'investimento, costi, rischi, ecc.
Adesso la parola passa di nuovo Consiglio Europeo per continuare la trafila burocratica che dovrebbe portare alla concreata realizzazione di questi documenti informativi per la fine del 2015.

Non vi è alcun dubbio che avere un documento informativo molto sintetico per tutti i prodotti finanziari venduti direttamente agli investitori sia una cosa positiva, ma si è già ampiamente dimostrato che non è questa la strada giusta per tutelare concretamente tutti gli investitori, specialmente quelli più deboli. Gli investitori un po' più informati (come probabilmente sono i lettori di questo sito) troveranno giovamento da questa iniziativa (quando verrà applicata) ma una fetta molto consistente di risparmiatori continuerà a non leggere neppure il KID
Purtroppo una fetta molto significativa di clienti delle banche è (o si ritiene) completamente incapace di leggere anche informazioni molto semplici e brevi e vengono più o meno “raggirate” dai vari piazzisti che incontrano.
Come abbiamo più volte sottolineato, la soluzione quasi-definitiva a questo genere di problemi (che riguarda una parte molto consistente, se non maggioritaria, degli investitori non professionali, parliamo di almeno il 30% delle persone) è quella della scelta standard.
Va benissimo fornire le informazioni in un formato sintetico e facilmente comprensibile per investitori non professionali, ma insieme a questa proposta dovrebbe essere data l'alternativa standard. Un qualsiasi cliente dovrebbe poter avere un'opzione “di base”, un po' come avviene per il mercato dell'energia elettrica con il “contratto di maggior tutela”.
Questa sarebbe la vera rivoluzione nel campo della tutela degli investitori più deboli.
Purtroppo questo difficilmente avverrà a breve, nel frattempo, ci accontenteremmo di avere nel KID una sezione di confronto fra lo strumento proposto ed un semplice titolo di stato comparabile.

Per maggiori informazioni si può leggere: Una riforma radicale per una vera tutela del risparmio.
 
 
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