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Banca d'Italia e la strategia della Tartaruga...
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Editoriale di Alessandro Pedone
15 aprile 2009 0:00
 
 Da quanto l'attuale Governatore della Banca d'Italia si è insediato nel suo ruolo abbiamo avuto modo di apprezzarne le dichiarazioni in tema di tutela degli investitori e piu' in generale degli utenti dei servizi bancari e finanziari. 
In certe occasioni, abituati anche agli anni del precedente governatore, non ci sembrava vero che il vertice della Banca d'Italia potesse usare toni cosi' chiari, fermi e decisi sull'inefficienza del sistema bancario, sul caro-servizi, e su tanti altri temi che da anni denunciamo anche su questo sito. 
Abbiamo quindi riposto una certa fiducia in Mario Draghi ed abbiamo atteso che alle parole seguissero i fatti. 
Sono passati piu' di tre anni e dobbiamo constatare che alle parole sono seguite... altre parole. 
Parole sempre piu' "belle". Parole sempre piu' "organizzate". Tanta moral suasion, che talvolta ha fruttato qualche piccolo risultato, ma ancora non abbiamo visto provvedimenti incisivi che pure sono stati in parte prefigurati. 
A Luglio dell'anno scorso, ad esempio, la Banca d'Italia ha prodotto un bellissimo studio sulla crisi dei fondi comuni d'investimento con concrete proposte di modifica della regolamentazione (per maggiori informazioni si veda qui).
Cosa e' successo da allora? Praticamente niente.
Certo, a Settembre del 2008 il sistema finanziario mondiale e' stato travolto da uno tsunami che ha visto il Governatore impegnato anche direttamente come Presidente del Financial Stability Forum. 
Sarebbe irragionevole pretendere proprio in questo periodo un forte attivismo della Banca d'Italia, ma noi non possiamo nascondere la nostra delusione per il tempo perso all'inizio del mandato del Governatore. 
In troppe occasioni ormai abbiamo avuto la sensazione, non solo per le parole espresse da Draghi ma un po' in tutta la comunicazione della Banca d'Italia, che la strategia sia quella di un cammino lento, molto lento. Una lentezza in qualche modo voluta, ricercata. 
Abbiamo la sensazione che l'ambizione dell'Autorita' sia quella di far precedere un cambiamento culturale al cambiamento normativo. Volendo essere ottimisti, si potrebbe parlare di una "strategia della Tartaruga".
Sul piano dei concetti, la Banca d'Italia non sembra retrocedere di un millimetro dalle posizioni innovative espresse da Draghi all'inizio del suo mandato. Anzi, ogni volta si fanno piccoli passi avanti. Sul piano dell'azione, pero', siamo ancora molto, troppo, lenti.
Se tutto questo fa parte di una strategia, non ci resta che sperare che prima o poi, la Tartaruga arrivi al traguardo...
 
 
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